Ancona-Osimo

Ancona: casa in vendita su internet, i carabinieri intercettano reperti storici dalle foto

Erano 18 tra vasi e statuette di epoca precolombiana costati una denuncia per ricettazione ad una coppia. Caso archiviato

Opere recuperate dai Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona (Foto di repertorio: Carabinieri TPC)

ANCONA – Tutto potevano immaginare, una coppia di impiegati di 60 anni, meno di avere in casa un tesoro storico, fatto di statuette, ceramiche e vasi addirittura di epoca precolombiana. Ad accorgersi e farglielo capire sono stati i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, visionando gli annunci sul web di case in vendita. Lì infatti era finita l’abitazione dei due anconetani che alla fine sono riusciti anche a venderla la casa. Era marzo scorso quando i militari, che per la loro attività di indagine consultano molto anche internet e i siti di agenzie immobiliari, si sono accorti che nella foto di un salotto di una casa in vendita, ad Ancona, c’era una vetrinetta con dentro dei reperti ritenuti antichi. L’agenzia immobiliare aveva pubblicato sul proprio sito le foto di un appartamento alla periferia della città che una coppia di impiegati 60enni voleva vendere. I carabinieri hanno informato la Procura dorica e sono andati a casa dei proprietari per visionare da vicino quella vetrinetta. Statuette e ceramiche sembravano originali così sono state sequestrate e fatte analizzare ad esperti d’arte che le hanno anche datate. I cimeli arrivavano dall’America Latina, per lo più Messico e Perù, di epoca compresa tra il 300 avanti cristo e il 500 dopo cristo. Una ventina i pezzi fatti analizzare di cui 18 sono risultati autentici e solo due delle imitazioni. La coppia, inizialmente indagata per ricettazione e mancata denuncia di trasferimento di beni di interesse culturale, ha dimostrato tramite il loro avvocato Michele Zuccaro che quei reperti erano in possesso alle loro famiglie da tanti anni e che li avevano solo ereditati senza sapere che erano storici. A riprova della loro tesi hanno fornito anche foto di famiglia dove già, negli anni ’70, la vetrinetta era nelle case dei loro avi. I reperti sono stati restituiti ai musei dei paesi di provenienza e l’inchiesta per la coppia è stata archiviata nei giorni scorsi. Non c’è stata piena prova della consapevolezza da parte loro della reale natura dei reperti.

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