Ancona-Osimo

Case vacanza fantasma e resort troppo convenienti per essere veri: Adiconsum mette in guardia dalle truffe online

Il punto con Roberta Mangoni, consulente di Adiconsum, l’Associazione Difesa Consumatori. «La percentuale delle truffe online è aumentata molto»

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Chi non ha mai ricevuto una mail troppo strana per essere aperta? Spesso, i messaggi carichi zeppi di virus neppure li vediamo, poiché è la casella di posta elettronica a classificare alcune mail come spam. Ma non sempre succede. Ed ecco che potremmo ritrovarci ad aprire una mail dall’oggetto illeggibile, oppure un messaggio ben scritto, in cui all’interno si trova un link che rimanda a siti sconosciuti. Ecco, non cliccateci. E che dire, poi, delle truffe vacanza, con case fantasma e resort troppo convenienti per essere veri?

Roberta Mangoni, consulente di Adiconsum, l’Associazione Difesa Consumatori, mette in guardia dai pericoli del digitale e dai rischi del web. «La percentuale di truffe online (o di tentativi di truffa) è aumentata di molto, ultimamente». Due sono i tipi di frode: le case vacanza e, appunto, le mail di phishing. Vediamo di cosa si tratta.

Roberta Mangoni, Adiconsum Marche

«Capita di incappare in siti che vendono pacchetti vacanze o soggiorni in residence o in case in affitto per il periodo estivo e che mettono foto non veritiere o prezzi molto scontati e vantaggiosi per attirare il cliente. Anche perché – evidenzia Mangoni – in questo periodo tanti utenti, sfruttando l’emotività del momento, cercano l’ultima offerta e sovente lo fanno online. In questo caso, chiaramente, l’obiettivo dei truffatori è quello di prendere le caparre o addirittura talvolta l’intero importo del pacchetto per poi scomparire. Nel senso letterale del termine: il sito web di riferimento scompare». Niente più hotel, né resort, né casette a due passi dal mare.

Il consiglio di Adiconsum è «affidarsi a siti conosciuti, affidabili, che abbiano feedback di altri utenti o recensioni positive negli anni, in modo da scartare i portali che tendono ad apparire e scomparire in breve tempo e che mirano, dunque, alla truffa nel breve periodo».

Altro fenomeno, lo dicevamo, è il phishing. «Qui, non ci si limita a vendere qualcosa, ma si cerca – tramite una mail o dei popup su Internet – di carpire i dati sensibili e i dati di pagamento degli utenti così da poter svuotare i conti (bancari o postali) della gente. In questo caso, attenzione a non far entrare in possesso gli hacker dell’Iban, dei codici delle carte di credito e dell’identità digitale in senso ampio. A volte – sottolinea Mangoni – solo cliccando su offerte o siti che sembrano volerci proporre vacanze, poi siamo costretti a inserire i nostri dati su siti terzi, o ad accedere a link particolari. Link che fanno entrare nel pc dei virus che permettono agli hacker di carpire gli strumenti elettronici di pagamento».

Dunque, attenzione ai click: «Mai cliccare su link contenuti in mail strane, ricche di simboli e scritte male, anche perché se si vuole accedere a siti vacanze, beh, non c’è bisogno di accedere a siti ulteriori rispetto a quelli principali. Attenzione, quindi, se veniamo dirottati su siti terzi. Anche perché poi i dati dell’utenza vengono memorizzati in modo improprio e illegittimo».

E «se l’offerta o lo sconto di una casa vacanze o di un hotel sembrano troppo belli per essere veri, probabilmente è perché vere – quelle strutture – non lo sono». Insomma, alle volte il prezzo può essere un valido campanello d’allarme «quando ci approcciamo a fare acquisti online. Nel caso di soggiorni, per verificare se esiste quella struttura, potremmo effettuare delle chiamate al numero di telefono indicato o visualizzare l’hotel tramite Google map».

E per chi cade nella trappola e rimane fregato?
«Recuperare questi soldi è molto difficile – dice Mangoni –. Occorre una denuncia ai Carabinieri e alla Polizia postale per tutte le indagini informatiche del caso. Ma risalire agli autori e recuperare i soldi non è facile, visto che spesso ci si cela dietro falsi nomi o identità fittizie».

Un consiglio su tutti? «Usate strumenti di pagamento come i conti PayPal e le carte prepagate, così che i danni siano limitati. Attraverso questi conti, infatti, si possono contestare più facilmente gli addebiti che si rivelino fraudolenti e se ne può chiedere lo storno a PayPal. Ok alle carte prepagate piuttosto che bonifici o semplici carte di credito».