ANCONA- Dopo il caso dell’untore e la rilevanza mediatica che ne è conseguita, a tempo di record gli Ospedali Riuniti di Ancona hanno attivato uno sportello telematico contro le fake news sull’Hiv. Solo un mese fa è stato inaugurato lo sportello contro le notizie false in ambito oncologico. «Noi dichiariamo guerra alle fake news. Ci troviamo nel pieno di una guerra mondiale dove sui social vengono diffuse notizie false riguardo malattie e cure, a cominciare dai no vax- afferma il direttore generale degli Ospedali Riuniti, Michele Caporossi-. Bisogna fare in modo che tutti si sveglino facendo la giusta comunicazione. Noi ce la mettiamo tutta».
Per questo, gli Ospedali Riuniti, con il sostegno della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), hanno istituito uno sportello telematico contro le fake news in ambito infettivologico. Per accedere, è attivo da oggi (15 giugno), basta semplicemente andare sull’home page del sito degli Ospedali Riuniti (www.ospedaliriuniti.marche.it) e cliccare sul logo con il fiocco rosso che caratterizza la lotta all’Aids. Si aprirà un pop-up con alcune notizie false sull’Hiv e le relative informazioni certificate fornite dall’equipe della Divisione di Malattie Emergenti e degli Immunodepressi degli Ospedali Riuniti. Tra le fake news più diffuse: l’Hiv non esiste, l’Hiv non è la causa di Aids; non sono tossicodipendente o omosessuale non posso avere l’Hiv; di Hiv si muore; se sto bene e non ho nessun sintomo non posso avere l’Hiv; esistono terapie alternative che potenziano il sistema immunitario e proteggono dall’infezione da Hiv; l’Hiv si può prendere tramite baci, morsi, stranuti, colpi di tosse e punture di zanzara ecc…
Inoltre, in fondo all’elenco, c’è un indirizzo email nofakenews.hiv@ospedlairiuniti.marche.it a cui scrivere per avere ulteriori informazioni o risposte a quesiti. Sette specialisti di malattie infettive risponderanno alle domande degli utenti tutti i giorni, 24 ore su 24. Chiunque può accedere allo sportello in forma anonima.
Come era facile prevedere, il caso dell’untore ha destato clamore e alla SOD Malattie Infettive Emergenti e degli Immunodepressi sono arrivate molte telefonate in questi ultimi giorni. Claudio Pinti, arrestato con l’accusa di aver volontariamente infettato o rischiato di infettare decine di persone mettendo a repentaglio la salute pubblica, sarebbe un seguace dell’ ”ipotesi di Duesberg” che prende il nome del microbiologo americano che verso la metà degli anni ’90 sosteneva che l’Hiv non fosse la causa dell’Aids e che le terapie allora disponibili fossero dannose.
«Per la prima volta la magistratura inizia una procedura contro idee sbagliate e la salute pubblica viene messa al centro. Questa persona potrebbe aver contagiato decine di persone. Dietro queste tesi negazioniste c’è un pericolo mortale. La comunità scientifica sarà rappresentata ai massimi livelli in questa vicenda giudiziaria– dichiara Marcello Tavio, direttore della SOD Malattie Infettive Emergenti e degli Immunodepressi nonché Presidente Eletto della SIMIT-.
Si combatte contro le tesi negazioniste da 30 anni. A metà degli anni ‘90 è stata dimostrata la validità di un cocktail di farmaci che permette di “congelare” la malattia e le aspettative di vita tornano come prima di contrarre l’Hiv. Vogliamo pubblicamente e strenuamente combattere questa deriva di disinformazione: l’Hiv è causa dell’Aids e questo è inoppugnabile. L’infezione può essere curata anche se non perfettamente guarita e può essere evitata se si adottano le misure necessarie. Non bisogna ascoltare i cattivi profeti e le persone che cercano di lucrare diffondendo falsità su questa malattia. Il nostro appello è di rivolgersi alle strutture sanitarie e agli esperti ogni volta che si ha un dubbio su infezione da Hiv e di fare il test».
In Italia ci sono 1.500 nuovi casi di all’anno. Si tratta di casi stimati in quanto non tutti sanno di avere l’Hiv.