Ancona-Osimo

Castelfidardo, no alla stazione merci: il comitato consegna una lettera al ministro Matteo Salvini

Quei liberi cittadini, residenti a San Rocchetto di Castelfidardo, chiedono una revisione del progetto della stazione merci invitando a visitare l’area

Il presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Dino Latini a Osimo stazione per incontrare la comunità di cittadini interessata dal progetto di Ferrovie dello Stato (Foto: assemblea legislativa )
Il presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Dino Latini a Osimo stazione per incontrare la comunità di cittadini interessata dal progetto di Ferrovie dello Stato (Foto: assemblea legislativa )

CASTELFIDARDO – Hanno scritto una lettera che stamattina (15 marzo) contano di consegnare all’onorevole Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in visita ad Ancona. Quei liberi cittadini, residenti a San Rocchetto di Castelfidardo, chiedono una revisione del progetto dell’ormai famosa stazione merci invitando a visitare l’area.

La lettera

«Si tratta di un’opera ritenuta strategica che tuttavia non può trovare attuazione in quell’area. La fase di consultazione pubblica è terminata e già a febbraio alcuni di noi hanno ricevuto lettere di avvisi di avvio di esproprio – si legge nella missiva -. Dopo aver sensibilizzato le autorità e gli enti territoriali, questi si sono resi conto che l’area è in zona a rischio 3 idrogeologico e di rilevante interesse storico (battaglia di Castelfidardo) e paesaggistico (parco della Selva di Castelfidardo e parco del Conero). Molte le osservazioni pubblicate, tra cui quelle dell’Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Centrale e della Regione. La Soprintendenza ha ritenuto nel suo parere che l’opera fosse sottoposta al procedimento di Valutazione d’Impatto ambientale al fine di valutare gli impatti significativi». Stanno decorrendo i 45 giorni per l’adozione del provvedimento di assoggettabilità a Via e, quindi, l’iter è attualmente in fase di istruttoria. «Siamo estremamente preoccupati per i danni che noi residenti riceveremmo da tale opera, aziende agricole a coltivazione etico-biologica che di recente hanno operato investimenti e che vedranno la perdita di terreni fertili, cittadini che hanno realizzato progetti di vita scegliendo di vivere in quell’area, consapevoli e forti dell’aver scelto un contesto che, in virtù dei vincoli ai quali è sottoposto, non avrebbe subito cambiamenti». Chiedono insomma di esplorare le alternative che possano individuare un’altra area.

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