CASTELFERRETTI- Non si finirà mai di dirlo. Le serie minori regalano tante storie da raccontare. Una di queste arriva direttamente da Castelferretti dove la squadra locale, la Castelfrettese, si appresta ad un campionato di prima categoria con grandi ambizioni.
Capitano e baluardo della formazione biancorossa è un certo Nicola Palloni, uno che di segnare ne fa il suo mestiere da quando è piccolo. Bomber di razza, dal fiuto inconfondibile, è stato vicino al grande salto nel calcio che conta militando per due anni nella Primavera dell’Ancona di Ermanno Pieroni.
Con la casacca biancorossa, allenato da Giannatasio e Protti e al fianco di giocatori come Andrea De Falco e tanti altri, ha vissuto dalla “cantera” sia la promozione in SerieA con Gigi Simoni che la sciagurata retrocessione l’anno successivo dal massimo campionato italiano.
Nicola, una Castelfrettese che parte con tante speranze e relative ambizioni. Che tipo di stagione sarà?
«Mi aspetto un campionato equilibrato con due, tre squadre sulla carta più attrezzate ma non invincibili. La nostra sarà una squadra all’altezza che dovrà cercare di salvarsi il prima possibile e poi vedere quel che potrà succedere».
Il tuo ruolo all’interno dello spogliatoio cosa ti impone, per esempio, nel rapporto con i giocatori più giovani?
«Essendo il capitano della squadra dovrò essere un punto di riferimento per tutti. Ai ragazzi voglio far capire che, anche se dilettantistico, il calcio va affrontato con la massima professionalità in ogni momento, perché giocarlo è la cosa più bella del mondo».
Quali dovranno essere le componenti per ben figurare durante la prossima stagione?
«Creare il giusto mix giovani vecchi è fondamentale a mio modo di vedere, sarà importante affrontare tutte le partite come finali e seguire il più possibile il mister che ritengo una garanzia per la categoria».
Guardando alla tua carriera hai qualche rimpianto?
«Se potessi avrei affrontato con una testa diversa i due anni di Primavera con l’Ancona che sono stati un po’ lo spartiacque della mia carriera. La partita che vorrei rigiocare è Filottrano-filottranese (semifinale playoff), mille spettatori, tifosi rumorosi da ambo le parti, partita equilibrata, la mia spalla fa crack prima della fine dei tempi regolamentari, perdiamo 1-0 ai supplementari. Non ho dormito diverse notti».
Qual è stato il giocatore più forte con cui hai giocato?
«Compagni ce ne sono tanti che poi sono rimasti anche amici e non posso scegliere. Se devo fare un nome dico Daniele Duca. Lui è stato il mio maestro, un vero centravanti, ho rubato con gli occhi tutto quello che faceva in campo».
Il ricordo più bello del Nicola Palloni bomber?
«Sono tutti legati a mio papà, il mio primo tifoso, che purtroppo non c’è più. Il primo gol in Eccellenza con la Biagio Nazzaro Chiaravalle dove si è commosso perché c’erano gli ultras che intonavano il mio nome, il gol a Cupramontana che ci ha permesso di vincere il campionato con esultanza sotto di lui già malato ai tempi. La doppietta con la Dorica Torrette, una squadra che ho sempre rispettato, in campionato poco dopo la sua morte è un altro dei ricordi che mi porto dentro».
Hai ancora qualche sogno nel cassetto da realizzare?
«Godermi il profumo del campo per i prossimi quattro-cinque anni. Voglio fare bene con questa maglia e riportarla dove merita. Ho un patto segreto con il mio amico DS Marco Principi e voglio mantenerlo».