Ancona-Osimo

Allarme Censis, crollo economico e tenuta psicologica fragile. Sabatini: «Il digitale contro la crisi»

Il presidente della Camera di Commercio delle Marche si focalizza sulla nostra regione e spiega il suo punto di vista sulla mancanza di acquisti e consumi. Ecco alcuni passaggi utili a sopportare il momento, sia per gli acquirenti che per i produttori

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ANCONA- Il rapporto Censis-Confimprese riguardante “il valore sociale dei consumi” sta tenendo banco in questi giorni. Il Covid, la pandemia, le misure dei Dpcm e la paura di un nuovo lockdown stanno influendo, e non poco, sulla voglia di spendere da parte degli italiani. Non solo, gli stessi sono messi a dura prova dai rischi e dalle paure, tanto che la tenuta psicologica è stata calcolata dagli esperti come resistente fino a Natale. Per via di tante incognite e variabili.

«Innanzitutto quando parliamo di valore sociale dei consumi intendiamo esattamente ciò che regge la società, i consumi appunto – spiega il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini -. La società che non consuma non alimenta sè stessa e i consumi sostengono e alimentano la comunità. Pensiamo a scontrino, tasse, welfare e tutto quello che si genera. In assenza di questo le comunità si impoveriscono». Quello che resta fondamentale è trovare le giuste soluzioni per la complessità del momento. In primis bisogna ripartire dal territorio, dalle Marche e da casa nostra. Come? Sabatini non ha dubbi:

Gino Sabatini
Gino Sabatini, presidente Camera di Commercio Marche

«La prima cosa che possiamo e dobbiamo fare è spendere nelle Marche e per le Marche. Parlo di produzioni agroalimentari, beni di consumo, produzioni, tutto marchigiano. Questa è la grande occasione che i marchigiani hanno per uscire dalla crisi. La reazione va fatta già durante la crisi stessa consumando e spendendo in questi prodotti. Naturalmente nell’analisi ci metto anche vino locale, olio locale e ovviamente la cucina. Poi andrà curato un altro aspetto, quello della digitalizzazione dei brand». Nello specifico, «Va potenziata questa cosa, non come fatto estemporaneo ma come abitudine. Durante il primo lockdown si è tutto informatizzato, digitalizzato, ci siamo fatti portare la spesa a casa e l’abbiamo fatta da casa. Non è un privilegio, è un servizio a cui tutte le aziende marchigiane dovrebbero dedicarsi».

Un passaggio utile e determinante allo stesso tempo, soprattutto in ottica Natale: «La digitalizzazione è sempre fondamentale, non solo in ambito natalizio. Tra l’altro apre anche la strada al mercato internazionale che è un mercato che si sta ampiamente modificando. Bisogna utilizzare la tecnologia per arricchire il proprio bagaglio, e mi riferisco anche agli stessi produttori di nicchia. Stiamo parlando di un mezzo, di un approccio, di un presupposto per riprendersi».