ANCONA – Le Marche sono la prima regione a dotarsi di un centro di riferimento regionale per la fibromialgia. Istituito presso la Clinica reumatologica dell’Università Politecnica delle Marche con sede nell’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi, sarà operativo entro l’estate e coordinerà le azioni di prevenzione, diagnosi e cura, dedicandosi anche allo studio dei pazienti e alla loro presa in carico in un’ottica di multidisciplinarietà.
«La fibromialgia è una patologia che colpisce in Italia – spiega Fausto Salaffi, professore associato di reumatologia presso la Clinica reumatologica – tra il 2 e il 4 per cento della popolazione, per un totale di circa due milioni di pazienti, di cui 30 mila nelle Marche. Da un punto di vista epidemiologico la prevalenza è nettamente superiore nelle donne rispetto agli uomini». Salaffi sottolinea che, «con la legge regionale 38, è stato fatto un notevole lavoro. Le Marche hanno messo nero su bianco una serie di azioni importanti, tra le quali la predisposizione di un registro dei pazienti necessario per poter gestire con un minimo di razionalità questa malattia». La fibromialgia per le sue caratteristiche e sintomi, quali la sensibilità chimica multipla, in alcuni casi fortemente invalidanti, pur non essendo inserita tra le patologie esenti dal sistema sanitario nazionale, è stata riconosciuta come patologia cronica dal ministero della Salute e da alcuni regioni, tra cui le Marche, con proprie leggi regionali.
«La scelta del presidio ospedaliero “Carlo Urbani” è stata – evidenzia il presidente della IV commissione, Fabrizio Volpini – la più naturale e giusta. La fibromialgia è un problema particolarmente sentito, di cui la commissione Sanità si è occupata attraverso l’esame di diverse proposte di legge. Abbiamo trovato una sintesi nella legge 38, approvata all’unanimità nel dicembre del 2017, che prevede diversi interventi tra i quali la realizzazione di questo centro unico regionale istituito poche settimane fa con la delibera attuativa emanata dalla Giunta regionale».
La FM occupa, per frequenza il 2°/3° posto tra le malattie reumatiche e rappresenta il 12-20% delle diagnosi formulate in ambito ambulatoriale. Il centro si occuperà di gestire e coordinare il registro regionale dei soggetti affetti da fibromialgia, e sintomi correlati quali la sensibilità chimica multipla, e di predisporre specifici protocolli per la presa in carico dei pazienti. Il centro parteciperà a progetti di ricerca orientati a individuare approcci terapeutici innovativi in collaborazione con la Regione Marche, l’Università, gli Ordini provinciali dei medici chirurghi e odontoiatri e le associazioni dei pazienti. In primo piano anche la formazione e l’aggiornamento del personale sanitario.
«La promozione della salute e la prevenzione delle malattie – sottolinea il consigliere regionale Enzo Giancarli – sono la precondizione per un sistema sanitario più efficace ed efficiente. In quest’ottica si colloca la normativa che abbiamo approvato nel dicembre 2017 relativa alle disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia e da sensibilità chimica multipla. Non posso che esprimere grande soddisfazione, intanto perché stiamo rendendo operativa una normativa avanzata, poi perché il Centro di riferimento regionale è istituito presso la clinica reumatologica dell’Università politecnica delle Marche con sede nel presidio ospedaliero “Carlo Urbani” di Jesi. Un riconoscimento alla professionalità dell’ospedale jesino, unico nuovo ospedale realizzato nelle Marche negli ultimi dieci anni, e del reparto guidato dal professor Grassi. Un ringraziamento particolare al presidente della commissione Sanità Volpini, che come sempre ha fatto prevalere i fatti alle parole».
FIBROMIALGIA – La FM è definita come “una sindrome da sensibilizzazione centrale”, caratterizzata dalla disfunzione dei neuro-circuiti preposti alla percezione, trasmissione e processazione delle afferenze nocicettive, con prevalente estrinsecazione del dolore a livello dell’apparato muscoloscheletrico. Oltre al dolore possono essere presenti molteplici sintomi di accompagnamento, comuni ad altre “sindromi da sensibilizzazione centrale”. Fra i possibili fattori scatenanti (o trigger di malattia) si possono includere: stressors prenatali, nell’infanzia e nell’adolescenza; disturbo post-traumatico da stress; disturbi del sonno; disturbi psicologici; alterazioni ormonali; ipersensibilità a sostanze chimiche; infezioni; dolore cronico.
SINTOMI – La FM non presenta segni, ma piuttosto una serie di sintomi. I principali sono il dolore diffuso, la rigidità, l’affaticamento e l’astenia, le turbe del sonno, i disturbi intestinali/urogenitali, i disturbi del SNC e quelli neuro cognitivi. Ce ne sono poi alcuni meno classici, come la sensazione di tumefazione dei tessuti molli, le parestesie agli arti superiori e inferiori, la “sindrome sicca”, la cefalea, i disturbi psicologici. Questa proteiforme sintomatologia può essere modulata dalle variazioni atmosferiche (metereolabilità), infatti nelle giornate fredde, umide e piovose il dolore e la rigidità sono più intensi, mentre la maggior parte dei pazienti riferisce un effetto benefico del caldo. L’inattività e l’iperattività aggravano la sintomatologia che viene, invece, migliorata da una moderata attività fisica. Lo stress fisico e psichico è noto come fattore di peggioramento, sia del dolore che dei sintomi associati. Il dolore cronico diffuso che dura almeno tre mesi è il sintomo cardine della FM. Si tratta di un dolore “centrale” che non ha una localizzazione precisa, ma migra e può peggiorare o migliorare durante l’arco della giornata.