ANCONA- Emergenza terremoto, ritardi nell’avvio della ricostruzione, ritardi nella consegna delle SAE, disoccupazione, sanità e credito alle PMI. Dati alla mano, i gruppi consiliari regionali di centrodestra- Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale– tracciano un bilancio dei due anni e mezzo di governo della Giunta Ceriscioli.
«Il governo del nulla- attacca Sandro Zaffiri, capogruppo Lega Nord-. Sono i dati a dire come stanno realmente le cose: nelle Marche negli ultimi anni il Pil è diminuito del 7%, l’occupazione del 2,7% mentre in Italia si registra -1,1%. Siamo la regione peggiore dell’Italia centrale. Il lavoro autonomo è diminuito del -5,6%, in Italia del 2%. Per quanto riguarda il terremoto, la Regione ha fallito e l’assessore Sciapichetti dovrebbe dimettersi. Le Sae finora assegnate hanno dei difetti e la Regione non ha controllato, scarica sul consorzio Arcale: non esistono le condizioni civili per abitare quelle casette e non ne hanno consegnate neanche il 47-48%. Non ci sono nemmeno piani per la ricostruzione. L’80% del bilancio di questa regione verte sulla sanità ma si vive alla giornata non c’è un piano regionale».
«Nelle Marche scende l’occupazione e sale il tasso di disoccupazione, in controtendenza rispetto al dato nazionale. Il numero degli occupati è sceso a 607mila unità, oltre 24mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2016, -3,9%, con un calo che interessa anche il lavoro autonomo e dipendente- afferma Jessica Marcozzi, capogruppo Forza Italia-. Sono 75mila le persone che cercano inutilmente un lavoro, il 12,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Le Marche sono la nona regione d’Italia per maggior tasso di disoccupazione dopo le 8 regioni del sud. Il tasso di disoccupazione è pari all’11,06% e supera il tasso di disoccupazione nazionale che è del 10,94%. Degli 1,5 miliardi a disposizione della Regione dalla programmazione comunitaria 2014-2020, in due anni e mezzo è stato utilizzato solo il 7%. Più volte abbiamo chiesto di convocare un Consiglio regionale su occupazione, lavoro e accesso al credito e invece non se ne è mai parlato».
Sulla situazione sanità interviene il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Elena Leonardi. «Il piano socio sanitario è scaduto nel 2014 e non è stato aggiornato. Inoltre il report doveva essere presentato entro febbraio, il presidente Ceriscioli aveva garantito che sarebbe stato presentato entro la fine dell’anno ma così non è stato. Questa è una grande sconfitta per la sanità marchigiana. La riorganizzazione degli ospedali è fallita: la chiusura dei piccoli ospedali ha portato ad affollarne altri e ha lasciato fuori parte dell’entroterra che già aveva difficoltà per accedere ai servizi. Ora il problema è diffuso. Non si sono voluti ascoltare i territori. Anche per la mobilità passiva i dati sono negativi e ciò significa non solo una maggior spesa ma anche la perdita di attrattività di alcuni reparti».
«Cosa è mancato finora? Progettualità e coraggio di operare scelte politiche. Questo si riflette in tutti i settori- dichiara Marzia Malaigia, consigliera Lega Nord-. La politica del governo Ceriscioli è stata di procedere all’arrembaggio, così come capita. Abbiamo visto gli interventi per Banca Marche e per Aerdorica come sono andati a finire. Ciliegina sulla torta: il terremoto. Le decisioni vengono prese a Roma, da chi non conosce il territorio e il tessuto sociale. Sono state operate scelte senza progettualità non tenendo conto che non bisogna costruire solo case. Le Sae non sono ricostruzione, sono soluzioni abitative di emergenza che devono durare il minimo possibile. Ieri ho visto che alcune soluzioni consegnate non sono dignitose: i termosifoni non bastano, c’è un’unica presa di corrente. Riporto il malumore diffuso dei cittadini».
Insiste sul terremoto anche il consigliere di Forza Italia, Piero Celani. «È sbagliato il modello di emergenza post sisma. Bisognava creare moduli abitativi plurifamiliari, unità abitative con 4-5 appartamenti per ricreare il senso di comunità come avvenuto a L’Aquila. Invece Per mettere le casette hanno sfregiato i territori, hanno fatto delle spianate. Questo non serviva. In queste condizioni, fra un anno, la metà delle persone che stanno nelle casette se ne andrà sulla costa. Il modello emergenza è sbagliato e per la ricostruzione non c’è nessun modello. Il problema è come ricostruire i paesi, intere frazioni completamente distrutte, ridotte a un cumulo di macerie».
«Per il terremoto siamo la vergogna d’Italia, Ceriscioli non ha battuto pugno sulla gestione dell’emergenza» interviene la Leonardi.