Ancona-Osimo

Cherubini (Inrca): «Gli anziani rischiano la disidratazione, attenzione alla comparsa dei sintomi»

Continua il caldo africano e gli anziani con patologie croniche cardiovascolari, respiratorie, diabete e insufficienza renale, rischiano un rapido peggioramento delle condizioni di salute. Dall'Inrca arrivano i consigli per gli anziani

ANCONA – Continua l’ondata di caldo record nel capoluogo, con temperature tra i 33 e i 37 gradi e disagi anche di notte, in particolare per le persone fragili. «Il calore eccessivo – spiega Antonio Cherubini, responsabile dell’unità operativa di geriatria dell’Inrca – amplifica la fatica percepita e causa spossatezza. Gli anziani, in particolare, rischiano la disidratazione più facilmente, perché sentono meno la sete o, in caso di demenza e Parkinson, non riescono a comunicarla o a procurarsi da bere. Se presenti patologie croniche cardiovascolari, respiratorie, diabete e insufficienza renale, si può andare incontro ad un rapido peggioramento delle condizioni di salute. È bene quindi prestare attenzione alla comparsa di sintomi quali confusione mentale, sonnolenza, debolezza marcata e aumento della temperatura corporea».

Il dottor Antonio Cherubini, responsabile dell’unità operativa di geriatria dell’Inrca

Il dottor Cherubini spiega come prevenire gli effetti del caldo. «È necessario bere almeno un litro e mezzo di acqua fresca al giorno (circa otto bicchieri) – spiega – limitando bevande gassate, alcoliche e caffè. Da evitare le bibite ghiacciate, che danno una falsa sensazione di sollievo e rischiano di creare congestioni. A tavola, privilegiare una dieta di carni bianche o pesce, latticini freschi e primi piatti leggeri. Da evitare gli alimenti elaborati, piccanti o fritti». Consigliata anche l’assunzione di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, che «aiutano a combattere la disidratazione». Meglio non uscire nelle ore più calde, dalle 11 alle 18, e fare i lavori domestici nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio. Indossare vestiti di cotone o lino, chiari, non aderenti e, quando si esce, un cappello. In assenza di aria condizionata o ventilatore, arieggiare gli ambienti durante le ore più fresche e oscurarli con tende o tapparelle. Se si ha un condizionatore, evitare di regolarlo a valori troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. L’ideale è mantenere l’ambiente domestico sui 24-26°C.

Importante poi è non isolarsi e mantenere durante il giorno un contatto, anche telefonico, con un familiare, un vicino o un amico. «In caso di malattie che richiedono l’assunzione di numerosi farmaci – spiega – non bisogna sospendere o iniziare una terapia senza prima consultare il medico. Se la persona assistita è a letto, assicurarsi che non sia troppo coperta. Meglio tenere una bottiglia d’acqua o un bicchiere sempre in vista, in cucina o sul comodino». In caso di un colpo di calore, in seguito ad una prolungata esposizione al sole, si possono avere sintomi come «debolezza, mal di testa, nausea e vomito, vertigini e febbre anche fino a 40 gradi. In questi casi è necessario contattare al più presto il medico di famiglia o, durante le ore notturne e nei giorni festivi, la guardia medica. Il colpo di calore è molto frequente anche negli ambienti chiusi. In attesa dell’arrivo dei soccorsi, è bene portare la persona in un luogo fresco, cercando di raffreddare il corpo ventilandolo e bagnandolo con acqua fresca, non fredda».

Nel frattempo sono terminati tutti i condizionatori portatili per l’emergenza, messi a disposizione dal Comune. Sono infatti state tante le richieste da parte degli anziani e i condizionatori sono già stati tutti assegnati. A difesa degli anziani è comunque attivo dal 15 giugno il numero verde del servizio Helios (800.450.020), un call center al quale si può telefonare sette giorni su sette, dalle 9 alle 19. Gli anziani possono richiedere il trasporto in locali climatizzati telefonando alla centrale operativa del Benincasa (071-206969) che contatterà le associazioni disponibili.