Ancona-Osimo

Chiaravalle, ergastolo per Marinangeli anche in Appello. L’imputato: «Mi dispiace per Emma ma ho le mani pulite»

Confermata in secondo grado la pena a vita per il cuoco ludopatico accusato di aver ucciso a Chiaravalle la vicina di casa per derubarla dell’oro

Omicidio Chiaravalle
Marinangeli in una precedente udienza

ANCONA – Condannato all’ergastolo anche in secondo grado per aver ucciso la vicina di casa Emma Grilli. È arrivata oggi pomeriggio la sentenza della Corte di Assise di Appello per Maurizio Marinangeli che conferma la condanna a vita per il cuoco ludopatico. 

La pena massima era stata avanzata dalla Procura generale ma dibattuta fino all’ultimo dalla difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Emiliano Carnevali. 

L’uomo, 60 anni, è accusato di omicidio volontario premeditato e rapina aggravata. Un delitto consumato il 17 luglio del 2018 a Chiaravalle.

L’anziana fu freddata a coltellate, nel cucinino di casa, per rubarle dei monili d’oro poi rivenduti in un compro oro di Falconara. L’udienza in Corte di Assise di Appello si è aperta questa mattina alle 10, davanti anche ai familiari della vittima, parti civili con l’avvocato Massimiliano Russo. Marinangeli ha chiesto di parlare.

«Mi hanno descritto come il peggiore assassino – ha detto alla Corte – ma nella vita non sono stato né un criminale né un assassino. Sono in galera da quattro anni (in verità tre e mezzo, ndr) è un incubo».

Un ultimo grido di pietà per qualcosa che lui ha sempre negato di aver fatto. Marinangeli ha ribadito che è stato un certo Toni a dargli i gioielli quel giorno (il 17 luglio del 2018) aggiungendo queste parole per la Corte: «Sono nelle vostre mani. Mi dispiace per quello che è successo a Emma ma ho le mani pulite».

Tre ore di camera di consiglio e poco dopo le 14 l’esito. L’avvocato Carnevali aveva chiesto il rinnovo dell’istruttoria relativo ad alcuni punti tra i quali: quello di risentire alcuni testimoni, tra cui una vicina di casa che sentì urlare in un orario diverso da quello stabilito poi per il delitto, quello di effettuare una nuova perizia psichiatrica sull’imputato con uno specialista delle dipendenze ludopatiche e quello di una nuova perizia sulla macchiolina di sangue trovata su una scarpa di Marinangeli. 

Attese le motivazioni valuterà il ricorso in Cassazione. Marinangeli ha lasciato l’aula consolando la madre, molto provata dall’esito.

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