ANCONA – Si allarga in Italia l’epidemia di Chikungunya, il virus trasmesso dalla puntura della zanzara del genere Aedes, Aedes aegypti ed Aedes albopictus (la zanzara tigre). Ad oggi sono più di 60 i casi notificati. Il focolaio è partito nel Lazio, nella zona di Anzio, dove si sono verificati il maggior numero di episodi, poi l’infezione ha colpito l’Emilia Romagna e la Lombardia.
«Nelle Marche si registra al momento un solo caso – fa sapere il professor Andrea Giacometti, direttore della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona – un anziano di 65 anni residente a Castelplanio, che aveva soggiornato per tre settimane nel Lazio. Qualche giorno dopo il suo rientro è stato ricoverato presso l’Ospedale di Fabriano con febbre alta e forti dolori articolari. Si è trattato di una forma benigna già guarita e la conferma dell’infezione è arrivata proprio dalla Virologia dell’Ospedale di Torrette».
Una infezione, quella della Chikungunya, che nella prima settimana può essere scambiata per una brutta influenza: «I sintomi – spiega Andrea Giacometti – sono febbre, spesso alta e dolori molto forti alle articolazioni che costringono il paziente a restare pressoché immobile a letto. Quando la febbre è passata a volte può comparire una reazione cutanea, tipo morbillo o rosolia che dura 2-3 giorni. Nei casi benigni la malattia si risolve così, altre volte i dolori articolari possono persistere per settimane e anche per mesi.
Il termine “chikungunya” in lingua swahili descrive un uomo piegato, incurvato, e la parola ben descrive i fastidiosi dolori che accompagnano la malattia. Come tutte le malattie virali che provocano febbre alta, nei pazienti affetti da malattie debilitanti, cardiopatie ecc., possono aversi, come del resto accade nella comune influenza, serie complicanze, fino alla morte. I sintomi non si manifestano subito, hanno un periodo di incubazione che va dai 2 ai 5 giorni, a volte anche 10-12 giorni. In ogni caso, nelle Marche al momento non ci sono focolai».
Intanto la Regione Marche ha attivato fin da subito le procedure allertando i comuni di Castelplanio e Fabriano che proprio in questi giorni effettueranno le operazioni di disinfestazione delle zone circostanti all’abitazione dell’anziano. «La Chikungunya – spiega Andrea Giacometti – è purtroppo trasmessa anche dalla zanzara tigre (genere Aedes), diffusa ormai anche nelle nostre zone da un decennio. Fino a qualche tempo fa questa zanzara aveva il suo habitat solo nei paesi tropicali, ora è arrivata anche nei nostri climi a causa dei mutamenti che si sono verificati negli ultimi anni. Dobbiamo ricordare che questa zanzara può spostarsi insieme alle merci trasportate con navi o aerei».
Non è la prima volta che in Italia si registrano casi di Chikungunya, già una decina di anni fa ci furono oltre 200 casi in provincia di Ravenna.
«La terapia per l’infezione da Chikungunya – precisa il professor Giacometti – è costituita da antipiretici e antidolorifici. Importantissimo il riposo a letto. Per non farsi pungere dalla zanzara tigre è meglio preferire abiti larghi e lunghi, di colore bianco, perché la zanzare è attratta soprattutto dall’azzurro e dal blu. Un buon accorgimento è anche quello di dotare le finestre delle abitazioni di zanzariere. Anche i repellenti possono essere utili. Le zanzare adulte si annidano fra gli alberi, si nascondono nei cespugli e nella vegetazione, mentre nelle abitazioni le ritroviamo fra tendaggi o sulle pareti; le forme larvali crescono nelle pozzanghere e nei sottovasi. In ogni caso con l’arrivo del freddo questi focolai dovrebbero fermarsi. Nella zona di Anzio potrebbero invece estendersi perché l’elevato numero di casi registrato comporta il rischio che ci siano diverse zanzare infette ormai in circolazione. Al momento esiste un vaccino sperimentale offerto solo da alcune nazioni per gli operatori sanitari che lavorano nelle virologie. Se il virus si dovesse diffondere c’è la possibilità di vaccinare la popolazione, ma si vedrà in futuro come evolverà la situazione».