ANCONA- Silenzio, applausi e il ricordo. Commosso, ma sempre composto. Sono tante le persone che hanno voluto salutare per l’ultima volta il giovane ventiseienne anconetano Michele Martedì, accoltellato a morte lo scorso 8 dicembre, a pochi passi dalla sua abitazione nei pressi di Villa Igea ad Ancona. Lo hanno fatto dalla chiesa dei Cappuccini di Ancona e lo hanno fatto con rispetto e amore, quello che in vita non è mai mancato a Michele. Già nei giorni scorsi, accanto al luogo dell’omicidio, si sono registrate innumerevoli manifestazioni d’affetto. Fiori, pensieri, striscioni, foto, magliette, scarpe da futsal (lo sport che praticava Michele dopo un passato da calciatore in vari settori giovanili, tra cui quello dell’Ancona). Frammenti che aiutano a ricordare un ragazzo sempre sorridente e propositivo capace di farsi apprezzare nella vita così come nello sport.
Ai Cappuccini c’erano gli amici, quelli di sempre, quelli del Pinocchio e quelli dell’infanzia. C’erano i compagni di squadra, attuali e passati. C’erano delegazioni del Montemarciano C5, del Città di Falconara, del Pietralacroce ’73, del Verbena, dell’Asd Dorica (squadra in cui allena il fratello più grande, Marco), della Jesina (dove milita il fratello minore Mattia). C’erano i genitori e i fratelli straziati dal dolore, i familiari, i parenti, gli ex compagni del Liceo Scientifico G.Galilei. C’erano i colleghi di lavoro del “Parrucchiere Fabio Principi” di Pietralacroce, dov’era definito un Van Gogh. C’era anche chi non lo conosceva che però, da giorni, ha sentito vicina quella immane tragedia che ha colpito tutta la città.
Un atteggiamento composto e rispettoso ha accompagno tutta la durata della funzione religiosa, celebrata da don Franco. Non sono mancati gli applausi, soprattutto nel finale, quando la bara ha lasciato la chiesa tra lo sgomento dei presenti. Nessuno è voluto mancare, nessuno ha rinunciato all’ultimo saluto. Un lungo striscione ha accolto Michele, per l’ultima volta, al momento del suo arrivo. All’interno la funzione solenne, dove non sono mancati i momenti toccanti come le lettere scritte dalla professoressa Paola Mancinelli, dal fratello Mattia e dagli amici di sempre.
In chiesa, è stato don Giovanni a leggere il messaggio che a suo fratello ha voluto dedicare Mattia Martedì: «Ogni notte mi sveglio sperando di essermi liberato da questo incubo. Quante volte abbiamo percorso quel vialetto da piccoli, siamo cresciuti in quelle strade, abbiamo imparato a giocare a pallone. Eravamo diversi, certo, ma sempre uniti, come se fossimo coetanei. Ora c’è solo rabbia e sconforto nella nostra famiglia. Mi chiedo sempre cosa avrei potuto fare di più per salvare mio fratello. Michele è stato ucciso in modo feroce e premeditato da una persona che era ossessionata da lui. Ora lui non c’è più, io non ho più un fratello, mia madre non ha più un figlio, i suoi amici non hanno più “Mig” e la sua ragazza non ha più un ragazzo. Il mondo ha perso una persona innocente. Prego per trovare la forza di superare questo momento. Lo faccio per me, per la mia famiglia e per tutte quelle persone che hanno subito un’ingiustizia come questa. Ci vuole un sacco di speranza e di amore vero. Prego anche perché venga fatta giustizia, lo spero tanto. Te voglio bene Fraté»
Michele Martedì ha lasciato un ricordo indelebile, un ricordo che non svanirà mai, un ricordo che vivrà in eterno nel cuore di tutte le persone che hanno avuto il privilegio di incrociarlo lungo la strada. Il 15 dicembre, alla Parrocchia delle Grazie, si terrà la Messa di ricordo.