Ancona-Osimo

Cinema, per le Marche si muove persino la Cina: produzioni Rai e Mediaset pronte al ciak

Francesco Gesualdi, direttore responsabile di Marche Film Commission: «In un anno abbiamo svoltato. Vi spiego perché le Marche, oggi, sono richiestissime»

“Franca e Agnese” di Giulia Di Battista, produzione Yuk! Film

ANCONA – Bando regionale per film e serie tv: arrivate nelle Marche oltre 100 richieste. Sono 107, per la precisione, le candidature arrivate alla Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission, che in poco più di un anno ha impresso un’accelerata alle produzioni del settore audiovisivo.

Il 2023 è stato l’anno di Raoul Bova, dopo la parentesi di Elena Sofia Ricchi, con ˊChe Dio ci aiutiˊ. Tante le produzioni minori (come ˊLa spiaggia dei gabbianiˊ), ma tra i nomi di spicco c’è il grande regista Sergio Rubini, che sta girando una pellicola su Leopardi tra le province di Ancona e Macerata.

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A fronte delle 107 richieste pervenute, sarà la Commissione giudicatrice ad esprimersi sui destinatari del finanziamento, dopo aver valutato una serie di requisiti indicati dallo stesso bando, tra cui il tempo necessario alle riprese: «Questa è una delle prime tre call, da 5 milioni di euro», spiega Francesco Gesualdi, direttore responsabile di Marche Film Commission, che si è insediato da circa un anno. Lui ha la capacità di intercettare produzioni di rilievo e di attirarle nelle Marche. Laureato in Comunicazione, si muove da anni tra il piccolo e il grande schermo.

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«Sono arrivate 65 proposte tra film e serie tv e 42 tra documentari e cortometraggi. Siamo estremamente soddisfatti, è una risposta che va al di là di ogni aspettativa. Per la prima volta – dice lui – le Marche vengono individuate dagli operatori e dai produttori come un luogo fruibile per lavorare e fare le riprese di film e serie tv. Significa l’opera di convincimento e di promozione che noi abbiamo fatto in questi mesi per far capire ai produttori che questo è un luogo capace di offrire servizi e bellezze naturali straordinarie è stato colto. È un’attribuzione di fiducia nei nostri confronti. E oltretutto c’è una ricaduta economica forte, perché sappiamo quanto le troupe diano lavoro non solo alle strutture ricettive del territorio, ma a tutto l’indotto regionale».

La Commissione regionale potrebbe esprimersi già a febbraio, scegliendo i destinatari dei 5 milioni. Si attende il responso per i primi ciak: «C’è addirittura una produzione italo-cinese. Se ci pensiamo, significa che qualora il progetto venisse finanziato avremo circa 1 miliardo di spettatori nei canali tv a guardare le Marche. Non dico che arriverà 1 miliardo di cinesi – sottolinea Gesualdi – ma sicuramente il territorio verrà valorizzato in un Paese dove i cinesi si muovono e viaggiano molto, l’Italia è molto appetita da loro. E poi sì a produzioni importanti, con fiction che potrebbero finire sulle reti Rai o sui canali Mediaset».

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Tra l’altro, pare che il progetto della produzione italo-cinese stia attenzionando la zona del settore calzaturiero. Le riprese potrebbero infatti svolgere verso Porto Sant’Elpidio: «Se un film racconta tutto il distretto del calzaturificio, vuol dire che centinaia di milioni di cinesi verranno a conoscere il nostro territorio».

Bova con i fan al Passetto di Ancona

Potrebbe succedere come con la Puglia, il Piemonte o il Trentino: «Pensiamo ai luoghi in cui sono state girate fiction come ˊDon Matteoˊ o ˊIl commissario Montalbanoˊ. Quelle location campano di rendita. La Puglia un tempo non la conosceva nessuno, poi è stato fatto un gran lavoro, al pari di quello che stiamo facendo noi ora nelle Marche».

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Merito del governatore, Francesco Acquaroli, ma anche dell’assessorato alla cultura, di Chiara Biondi: «A loro va dato atto del fatto che abbiano finanziato il settore dell’audiovisivo». E ancora: «Vogliamo recuperare il terreno perso negli anni per creare un brand regionale, ˊMarche terra di cinemaˊ, che vogliamo mettere a disposizione per mostrare il nostro bellissimo territorio. Abbiamo il mare, la montagna, la collina, i paesaggi meravigliosi dell’entroterra, i laghi. E per le produzioni avere questa varietà di luoghi anche poco conosciuti e non ancora sfruttati per il cinema è un modo di presentare angoli e tradizioni nuove che arricchiscono il contenuto della serie, è un vantaggio generale per tutti».

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