ANCONA – Le sale Magazzino Tabacchi della Mole Vanvitelliana ospiteranno in autunno la mostra “In Civitate – Lo sguardo di Corrado Maggi sulle opere urbane di Valeriano Trubbiani”. Il progetto del fotografo Maggi, sensibile e attento osservatore dei diversi luoghi e ambienti del capoluogo e artefice di numerose esposizioni su questi temi, è sapientemente focalizzato sulle opere urbane di Valeriano Trubbiani, tra i più grandi scultori italiani viventi, che ad Ancona vive e opera ormai da lungo tempo. L’iniziativa scaturisce dall’ammirazione e dalla devozione del fotografo verso il Maestro che ha lasciato segni importanti e presenti nella quotidianità del capoluogo. Basti pensare alla croce devozionale nella Cattedrale, al gruppo Mater Amabilis in piazza Pertini e al sipario tagliafuoco al Teatro delle Muse.
Corrado Maggi raccoglie dunque la sfida di ritrarre i suoi capolavori, reinterpretandoli con una maestria “analogica”, grazie alla sua preziosa Nikon Fm2 degli anni ’70. Il percorso fotografico si svolgerà lungo un tragitto che conta trentacinque foto inedite e sarà diviso in tre reportage: il reportage nella città, il reportage nell’atelier e un altro nel viaggio emotivo e sensoriale fra le opere del maestro. Il reportage nella città focalizzerà nella prima parte della mostra le opere di Trubbiani collocate in città, dalla Cattedrale di San Ciriaco sul colle Guasco alla Pinacotea Civica Francesco Podesti, dal Teatro delle Muse al Museo Omero passando per Piazza Pertini, la Chiesa di San Cosma e la Facoltà di Ingegneria. La seconda e terza parte saranno tappe di meditazione all’interno del “magazzino” di Trubbiani, quasi un luogo sacro e incontaminato. Tutti gli scatti sono rigorosamente in bianco e nero. La mostra sarà visitabile dal 21 ottobre al 10 dicembre: mar-sab 17,30-20; dom. 10 -12 e 17.30-20. Chiusa il lunedì. Curatela e Allestimento “Visioni di Architettura”, architetti Alessia Balducci, Valentina Romagnoli e Monica Maggi. Ideazione e coordinamento: Marco Nocchi, Francesca Di Giorgio. Comunicazione: Lirici Greci Design consultancy.
«Valeriano Trubbiani – sottolinea l’assessore alla Cultura, Paolo Marasca – è uno scultore straordinario, uno dei maggiori artisti viventi italiani e un uomo che ha sempre mostrato, nei confronti di Ancona, una profonda affezione. La città decide di rendergli tributo con più di un’iniziativa: con la valorizzazione dell’opera Mater Amabilis, secondo un nuovo progetto di illuminazione e di contorno; con l’acquisizione delle aste di Stato d’Assedio, all’interno del progetto Mole la materia dell’uomo finanziato da Cariverona, aste già presenti in Pinacoteca grazie alla disponibilità dell’artista; e con questa mostra che, nei bellissimi spazi della Mole rigenerati da appena un anno, sonda l’anima delle sue opere da un punto di vista assolutamente particolare».
L’intero progetto, patrocinato e sostenuto dal Comune e dalla Regione, è della Galleria Puccini di Ancona, che idealmente esce dalle proprie mura per offrire alla città uno spazio espositivo diffuso, grazie a una collaborazione con istituzioni e aziende private unite nel rendere omaggio al maestro Trubbiani attraverso le opere fotografiche di Corrado Maggi. Un’appendice della mostra sarà costituita dalle cinque fotografie esposte presso lo showroom Contemporaneo in piazza del Plebiscito, che ospiterà anche alcuni incontri a tema e video installazioni, a cura dell’arch. Anna Paola Quargentan, in collaborazione con arch. Fabio Marcelli – Poliarte Design Academy.
Questi gli appuntamenti:
Sabato 21 ottobre, dalle ore 20 alle ore 22 Contemporaneo Lounge, Performance site specific con la coreografa-danzatrice Stefania Zepponi – associazione Hexperimenta, con degustazioni;
Sabato 11 novembre, ore 17,30 “CineTrubbiani”, Proiezione di immagini dedicate a Valeriano Trubbiani;
Sabato 2 dicembre, ore 17,30 “DialogArte”: dialogo con il fotografo Corrado Maggi, con la partecipazione di Francesco Scarabicchi, autore di uno scritto e di una poesia dedicati a Trubbiani, e dello stesso Maestro Valeriano Trubbiani.
Per Valeriano Trubbiani
Gli anni dei giorni, Valeriano, vanno,
della gentile vita, ad ardere nel fuoco,
nell’eterna fucina che non spegne
fiamma di brace e sogno.
Così le forme che abitano il tempo,
luce del buio più infinito e chiuso,
se appena lascia uno spiraglio al vento
che quel chiarore invita
a illuminare l’aria d’ogni nome.
Gli anni dei giorni, Valeriano, vanno,
ma un po’ si attarda la domanda persa,
quel chiedere ostinato in riva al senso,
l’interrogare che non ha mai fine,
il bussare alla porta che non s’apre,
l’insistere tenace, arreso niente
che guida i passi verso abisso e sponda.
Per cosa questa fede che non smette,
il bagliore che guida nella notte,
il lume tremolante di fiammella?
Per chi, se attorno è vuoto e bianco,
ovale di cornice senza volto?
Per l’unico destino che ci tiene
legati ad una sola dedizione.
Francesco Scarabicchi