ANCONA- Passaggio del testimone alla guida di Coldiretti Ancona tra il presidente uscente Emanuele Befanucci e Maria Letizia Gardoni, eletta ieri (martedì 24 aprile) alla guida dell’associazione degli agricoltori dall’assemblea provinciale. Un’elezione, quella della Gardoni, osimana di 29 anni, attuale delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa e già responsabile regionale degli under 30, che arriva nei 70 anni dalla fondazione della Federazione di Ancona di Coldiretti e che segna il culmine di una fitta serie di incontri nelle varie sezioni della provincia ma anche un punto di partenza. «Ci siamo presi l’impegno di non smettere di tornare sul territorio per raccogliere istanze e suggerimenti dalle aziende» assicura il direttore regionale Enzo Bottos. Il rinnovo di Coldiretti Ancona arriva in un momento molto importante per gli agricoltori, alle prese con varie problematiche e nel pieno della mobilitazione della categoria contro la Regione Marche che non ha ancora fornito risposte e azioni concrete sulla gestione della fauna selvatica. Cinghiali, lupi e non solo che creano «danni che non toccano più solo il settore agricolo – ha detto Befanucci nel corso della sua relazione finale – ma sono pericolo per gli stessi cittadini sulle strade. Da settimane attendiamo una risposta. Vogliamo che si cambi e per questo la mobilitazione continua».
Tanto lavoro, insomma, attende la Gardoni che sarà affiancata dal nuovo direttivo composto da: Emanuele Befanucci, Massimiliano Carsetti, Federico Clementi, Adriano Galluzzi, Paolo Guglielmi, Massimo Maffeo, Massimo Michelini, Claudio Ottaviani, Giovanni Togni, Mario Turchi oltre a Francesca Gironi, Simone Orciari e Antonio Carletti, rispettivamente delegati di Donne Impresa, Giovani Impresa e Federpensionati. «Coldiretti va avanti non cambiando i propri principi e i propri valori – ha detto la Gardoni subito dopo l’elezione – un’azione che costa impegno, dedizione e sacrifici ma che ci consente di ascoltare la categoria e di poter continuare a dialogare con amministrazioni pubbliche ed enti economici per avviare percorsi di crescita. Dialogo che sarà duro e acceso quando non troveremo interlocutori capaci di capire le nostre istanze per tutelare il reddito e l’importanza delle aziende per la tenuta dei territori».