ANCONA – Dopo oltre 10 anni di assenza le Marche tornano a raccogliere barbabietole da zucchero. Un settore dismesso in passato ma che ora, grazie a un nuovo orientamento dei consumatori, con una più spiccata sensibilità per gli aspetti sociali della produzione, sta tornando. Da nord a sud della regione sono già 30 le aziende agricole che si dedicato a questa coltura che rappresenta un pezzo di storia delle Marche. Si stima un primo raccolto di 120mila quintali nei circa 300 ettari, tutti biologici, dedicati. Cifre destinate ad aumentare.
Di questo e delle prospettive future del comparto si è parlato giovedì 16 maggio, all’Aula Verde dell’Abbadia di Fiastra all’interno di un incontro promosso da Coldiretti Marche in collaborazione con Coprob, l’unico produttore cooperativo di zucchero con una filiera 100% italiana. Già presente in sette regioni, Coprob ha raggiunto le Marche con un progetto che ruota attorno a tre principi fondamentali: la qualità, la sostenibilità delle produzioni con particolare attenzione alla biodiversità e alla tutela del suolo e la redditività delle imprese agricole.
«Principi che sono gli stessi di Coldiretti – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Con la barbabietola da zucchero, per quanto possa sembrare suggestivo, non si tratta di un ritorno al passato ma un’opportunità che arriva dal mercato. Oggi pochissime aziende hanno il 75% del comparto delle zucchero. Arriva dall’estero, spesso da paesi che sfruttano la manodopera, che inquinano. Coprob ha avuto il coraggio di costruire la prima filiera delle zucchero bio e può dare una mano importante, a partire dall’analisi dei terreni, per avviare o riprendere questo tipo di coltivazione utile anche in rotazione con il grano, altra coltivazione importantissima nella nostra regione».
All’incontro, davanti a oltre un centinaio di agricoltori arrivati da tutta la regione, c’erano anche Claudio Gallerani, presidente di Coprob, Paolo Carnemolla, presidente di Federbio, e Filippo Tramonti, presidente Consorzio Agrario dell’Adriatico. Tra i relatori il direttore agricolo Massimiliano Cenacchi e i tecnici Massimo Zavanella e Alessandro Vacchi che si sono soffermati sulle analisi dei terreni e sulla difesa, attraverso sistemi naturali, di parassiti e insetti dannosi alle colture. «Siamo pronti a crescere ancora in partnership con l’agroalimentare italiano», ha detto il presidente Gallerani. Tutto il gruppo si è poi spostato per una visita sul campo di barbabietole di Mario Ramadori, una delle nuove coltivazioni “di ritorno”, proprio nei pressi dell’anfiteatro romano di Urbisaglia.