Ancona-Osimo

Concorso “E se funzionasse?”: vince Toty sistema di orientamento per la menomazione visiva dei bambini

La premiazione del progetto realizzato dal Comitato regionale Giovani Imprenditori di Confindustria Marche è avvenuta su Zoom. Ecco le start up che hanno formato il podio

Toty, sistema di orientamento per la menomazione visiva dei bambini, è il vincitore del concorso “E se funzionasse?”, progetto realizzato dal Comitato regionale Giovani Imprenditori di Confindustria Marche e nato per selezionare le idee di business più brillanti del territorio.

La premiazione è avvenuta in maniera insolita, causa emergenza Covid. Sulla piattaforma Zoom Simona Reschini, presidente regionale dei Giovani Imprenditori, ha dato il benvenuto ai tanti ragazzi collegati e ha ricordato che le Marche – secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Merloni – sono tra le regioni con il maggior tasso di start up innovative e di spin off universitari in proporzione alla popolazione. «Oggi tocchiamo con mano la capacità innovativa del nostro territorio: presenteremo le idee che hanno superato la fase di selezione e tra queste verrà scelto il vincitore».

Simona Reschini ha anche ricordato che si tratta della prima edizione a livello regionale realizzata grazie al contributo della Camera di Commercio, che vede, oltre alla consueta collaborazione dell’incubatore certificato BP Cube, la partnership di tutte le università marchigiane, di Istao – Scuola di formazione Manageriale Istituto Superiore Adriano Olivetti, degli incubatori The Hive e Hub21, dell’Istituto di Istruzione Superiore Volterra Elia e di DGT Media Salad.

Delle 42 idee innovative di business presentate, solo 10 sono state selezionate dalla commissione di valutazione per accedere ai corsi di formazione e competere per l’evento finale. La valutazione finale dei progetti si è basata su tre criteri principali: creatività, fattibilità e scalabilità, efficacia comunicativa. I ragazzi hanno avuto 3 minuti di tempo per illustrare il loro progetto e dopo un’attenta valutazione è risultato vincitore il progetto Toty, un sistema intelligente di orientamento per la minorazione visiva infantile, che stimola i sensi residui del bambino favorendogli un migliore sviluppo psico-motorio durante la crescita.

Il team è composto da tre diversi progettisti laureati alla Scuola di ateneo “Architettura e Design E. Vittoria” di Ascoli Piceno: Chiara De Angelis, designer computazionale, tutor didattico e di supporto per gli studenti disabili e con Dsa della facoltà; Samuele Severini, direzione e gestione delle pubbliche relazioni; Niccoló Colafemmina, developer e designer.

Il premio per il team vincitore è un percorso gratuito di sei mesi presso l’incubatore certificato BP Cube che permetterà di validare l’idea di business sul mercato tramite la consulenza e l’esperienza del network di specialisti di BP Cube.

Plauso anche al secondo e terzo classificato. Secondo posto per Estxt, un prodotto di smart textile per il monitoraggio e la riabilitazione medica, progetto del team composto da Giulia Tomasello; healthcare wearable tech designer; Luca Alessandrini, innovation design engineer; Filippo Rosati, entrepreneur, business developer innovation; Vito Loverre, innovation strategy material (HOC LAB); Raffele Stelluti Scala, design product development (HOC LAB).

Medaglia di bronzo a Tamatara, un digital marketplace, multiseller e multicategoria che ricerca, seleziona e promuove prodotti esclusivi di design stampati in 3D. I membri del team sono Andrea Baldini, gestione operativa, Gabriele Tamburelli, gestione economico-finanziaria, Fabio Filipponi, direzione marketing aziendale.

Alla fine del collegamento Reschini ha concluso: «Ringrazio tutti per la partecipazione e vorrei dare un grande “in bocca al lupo” a tutti i finalisti di questa edizione di “E se funzionasse”. Indipendentemente dal risultato, vi invito a sognare di lasciare un segno nell’universo, come diceva Steve Jobs. Provate a realizzare progetti in grande, senza timore di sfidare le regole, le consuetudini e soprattutto senza la paura di non riuscirci e di affrontare i giudizi altrui. Chi non si mette in gioco per paura di fallire ha la certezza di non conseguire nulla. Fare start up è veramente duro, ma più che i risultati conta la prospettiva, lo spirito delle start up che è in sostanza il coraggio di cambiare. Se puoi sognarlo… puoi farlo!».