Ancona-Osimo

Ancona, condannato per corruzione: Simone Bonci va in carcere 

Il geometra da ieri si trova in cella a Montacuto. La sentenza è diventata definitiva non avendo fatto appello. Deve scontare due anni e mezzo

Il Comune di Ancona

ANCONA – Un po’ è rimasto sorpreso poi ha preso le sue cose e ha seguito i poliziotti. Simone Bonci è in carcere a Montacuto. Nella mattinata di ieri sono stati gli agenti della Questura dorica che hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione a suo carico in merito alla vicenda della corruzione in Comune ad Ancona, l’inchiesta “Ghost Jobs”. Il geometra, ex dipendente del Comune di Ancona, era finito in un giro di appalti pubblici pilotati per favorire imprese amiche. Sotto accusa diversi lavori tra cui il restyling dei laghetti del Passetto. Per la sua condotta è stato condannato in abbreviato a 2 anni e 6 mesi di reclusione: riconosciuto colpevole dei delitti di corruzione, riuniti sotto il vincolo della continuazione, commessi dall’ottobre dell’anno 2018 al settembre del 2019. Ieri mattina gli agenti hanno suonato a casa sua e lo hanno portato in carcere perché la pena, non avendo fatto richiesta di un processo di appello, è diventata esecutiva e definitiva.

Il provvedimento di carcerazione è stato emesso a seguito della sentenza di condanna emessa dal gup il 25 novembre del 2021.

Il procedimento penale a suo carico era iniziato nel 2019. La polizia era arrivata a sirene spiegate negli uffici comunali per perquisizioni e sequestri. 

Bonci era geometra alla Direzione Manutenzioni, Frana e Protezione Civile del Comune di Ancona. Aveva ricevuto dai corruttori, in diverse occasioni, la dazione di diversi beni mobili e servizi come le complesse investigazioni avevano dimostrato. Telecamere di ultima generazione, telefonini e anche un bagno da 32mila euro.

L’articolata indagine di polizia giudiziaria aveva permesso alla Polizia di raccogliere moltissimo materiale probatorio consentendo l’emissione di cinque misure cautelari delle quali una in carcere a carico di Bonci e quattro nei confronti di altrettanti imprenditori indagati, sottoposti agli arresti domiciliari.

Il condannato attualmente si trovava in libertà.