ANCONA- La politica ascolta le imprese. Al PalaPrometeo di Ancona è stato presentato ieri – 13 settembre – il Manifesto di Confartigianato, Confcommercio e Cna Marche per le elezioni politiche del 25 settembre. Undici candidati in rappresentanza di altrettante liste presenti nelle schede elettorali dei collegi marchigiani, che si sono confrontati con i presidenti regionali di Confartigianato Emanuele Pepa, di Confcommercio Giacomo Bramucci e di Cna Paolo Silenzi.
Davanti ad una folta platea di imprenditori dell’artigianato e del commercio, sono intervenuti Lucia Albano (Fratelli d’Italia), Gianluigi Tombolini (Forza Italia), Tiziana Riservati (Noi Moderati), Marco Bentivogli (Partito Democratico), Mattia Morbidoni (+Europa), Patrizia Terzoni (Impegno Civico), Gabriele Santarelli (Movimento 5 Stelle), Tommaso Fagioli (Azione e Italia Viva), Massimo Gianangeli (Italexit), Fabio Sebastianelli (Alternativa per l’Italia) e Giovanni Fraticelli (Unione Popolare).
Nove i punti del Manifesto “Marche e politica, le ragioni delle imprese”, che sono stati illustrati dai presidenti delle associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato.
Sul credito, Confartigianato, Confcommercio e Cna chiedono di potenziare i sistemi di garanzia, di adeguare gli strumenti di sostegno all’instabilità della congiuntura e di garantire liquidità, liberando le imprese dai “crediti incagliati” derivanti dai bonus in edilizia.
Sulla burocrazia si dice no a leggi a “taglia unica” che non tengano conto delle pecularietà delle piccole imprese. Si chiede inoltre di promuovere una “buona burocrazia” per una buona Pubblica amministrazione e di adeguare il quadro normativo per artigianato, micro e piccole imprese.
Il terzo punto riguarda il rispetto degli obiettivi del PNRR garantendo la massima inclusione delle micro e piccole imprese. Inoltre gli incentivi devono essere semplici, stabili e adeguati per favorire l’innovazione. Vanno poi rafforzati gli incentivi per beni strumentali (Nuova legge Sabatini).
Il turismo e la cultura devono essere asset trainanti per lo sviluppo economico del territorio. Per questo va definito un nuovo sistema di governance delle politiche turistiche e culturali e servono incentivi strutturali per la riqualificazione dell’offerta turistica. Infine vanno coinvolti i balneari nella delega sulle concessioni demaniali turistiche.
Città, borghi e servizi di prossimità vanno rigenerati, favorendo il ripopolamento delle aree interne attraverso il terziario di mercato. Serve certezza sulle concessioni di commercio su aree pubbliche e va rilanciata la filiera della moda.
Sul tema del lavoro, contrattazione e politiche attive si ribadisce la necessità di ridurre il cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, di valorizzazione l’importanza dei contratti collettivi rappresentativi così da contrastare il fenomeno del dumping contrattuale (contratti pirata) e contestualmente di promuove la cultura del lavoro e della formazione.
Export e made in Italy sono fondamentali per il Pil nazionale. Si chiede alle istituzioni di accompagnare le piccole imprese sui mercati internazionali, valorizzare le eccellenze del made in Italy e favorire il rientro delle produzioni in Italia.
Sull’energia si gioca il futuro del Paese. Tetto al prezzo del gas e separazione dei costi di gas e luce sono fondamentali. Ma le imprese chiedono anche di favorire la transizione ecologica, incentivare
l’installazione di impianti fotovoltaici sui capannoni per l’autoconsumo e di stabilizzare gli ecobonus per la riqualificazione energetica degli immobili.
Un fisco più leggero, semplice e orientato allo sviluppo. Artigiani e commercianti chiedono di alleggerire il prelievo fiscale, di semplificare le procedure e stabilizzare la normativa e di utilizzare la leva fiscale per favorire lo sviluppo delle imprese.
Priorità condivise dai politici presenti, seppur con accenti e sensibilità diverse sui vari punti illustrati da Pepa, Bramucci e Silenzi. Si vedrà dopo il 25 settembre, quante di queste buone intenzioni diventeranno realtà.