ANCONA – Ultimo giorno di lavoro oggi e poi si godrà il congedo, dopo 38 anni di servizio di cui 30 al fianco di quattro procuratori capo. Lascia il tribunale dorico il vice brigadiere dei carabinieri Donato Pallotta, 56 anni, originario di Altamura, provincia di Bari. Una colonna portante della polizia giudiziaria in seno alla Procura di Ancona dove entrò il 6 giugno del 1991.
«Ricordo ancora quel primo giorno – dice Pallotta – perché era il giorno del delitto di Mariolino, il ristoratore di Marcelli. All’epoca affiancavo il procuratore Fausto Angelucci di cui conservo ancora un bellissimo ricordo per gli anni trascorsi con lui». Erano gli anni dell’istituzione della Dda ad Ancona, la Direzione distrettuale antimafia con un pool di pm indicati a seguire indagini sulla criminalità organizzata.
Tra le inchieste più di spicco Pallotta si ritrovò anche negli anni della Strage di Sambucheto, a Recanati, quando il 6 marzo del 1996 furono trucidati a colpi di mitra, marito, moglie incinta di otto mesi e il padre della donna, dal clan degli Schiavi. «In quegli anni non si avevano le tecnologie di oggi – ricorda Pallotta – ma gli autori del triplice delitto commisero un errore che individuammo subito. Oliarono le armi in casa quel giorno e nel farlo partitino dei colpi uditi dai vicini. Questo indirizzò le indagini verso i colpevoli oggi condannati all’ergastolo».
Insignito Cavaliere della Repubblica nel 2006 per l’attività svolta, ha lavorato al fianco dei procuratori Vincenzo Luzi, Elisabetta Melotti e da ultima la procuratrice Monica Garulli. «Lo saluto con rammarico – ha detto la Garulli – perché insieme alla sua esperienza ha portato nei nostri uffici anche tanta allegria e in momenti difficili che, devo dire, non sono mancati qui in procura. Ci mancheranno il suo sorriso e il suo buon umore».
Durante il terremoto Umbria-Marche, Pallotta organizzò la partita di calcio forze di polizia e ambulanti per raccogliere fondi da fare in beneficenza al Comune di Belfiore che li utilizzò per ripristinare il tetto della palestra comunale. «Mi mancheranno tutti i colleghi, – dice Pallotta – forse scriverò un libro sulla mia carriera»