A seguito dell’allarme sollevato dall’ACP (Associazione culturale pediatri) su traumi, violenza, nuove povertà, isolamento, regressi scolastici, diagnosi mancate come dirette conseguenze sui bambini della pandemia da Covid-19 e della chiusura, durante il lockdown, delle scuole e dei servizi sanitari e di assistenza sociale, nelle Marche è tornato attivo lo sportello “Supporto alle famiglie”, il progetto d’intervento a distanza già sperimentato nell’aprile scorso e attivato con la collaborazione di Save The Children. Andrea Nobili, garante dei diritti alla persona della Regione Marche, ha annunciato che l’obiettivo dell’iniziativa è rendere possibile un primo supporto per assicurare la tutela dei minori e fornire risposte alle numerose richieste di sostegno psicologico, emotivo, educativo e relazionale che arrivano dalle stesse famiglie. Il servizio può essere attivato contattando i numeri 071.9257702 (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12) e 346.8893703 (martedì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18).
IL PARERE DEL PROFESSOR CATASSI
Un sorriso, giochi in casa, una passeggiata al parco, ma con mascherina e distanziamento. Sono meglio di ogni medicina per gestire la quotidianità dei bambini in età pediatrica, e preservarli dalle conseguenze dell’isolamento indispensabile per affrontare il Covid-19. A sostenerlo è il professor Carlo Catassi, docente di Pediatria all’Università delle Marche e direttore della Scuola di Specializzazione in Pediatria- Medicina Clinica dell’età evolutiva presso la stessa Università.
Professore, come stanno vivendo i bambini marchigiani dopo quasi un anno di pandemia con il virus?
«Clinicamente direi sufficientemente bene, non altrettanto sotto il profilo psicologico e sociale a causa delle prescrizioni indispensabili in questo momento. E’ noto che i bambini, fortunatamente, sono molto meno esposti alla pandemia, ma non sono immuni e possono diventare anche loro veicolo di contagio. I pochi ricoverati non preoccupano i medici. Non si registrano decessi di minori dovuti al virus».
Diverse associazioni di pediatri sostengono che sono in aumento traumi e patologie dovuti alla mancanza di socializzazione e al forzato isolamento casalingo. Anche da noi?
«Non in maniera evidente rispetto a prima dell’emergenza contagi, ma il problema esiste e rischia di aggravarsi con il prolungamento dell’isolamento. Altra cosa sono le conseguenze psicologiche e sociali con bambini e ragazzi che evidenziano problematiche comportamentali come regressioni dell’apprendimento, apatie, aggressività. Non poter frequentare la scuola è una delle realtà peggiori per i minori, anche se indispensabile in determinati contesti».
Sostituire gli insegnanti con i computer è indispensabile, sostengono le autorità. Ma le resistenze di tanti non mancano. Cosa ne pensa?
«Le preoccupazioni sono enormi. La scuola di presenza è essenziale a tutti, per i più piccoli addirittura insostituibile. Ma finché la pandemia non regredisce sensibilmente la salute diventa in assoluto la necessità primaria, per cui l’attività telematica diventa una soluzione necessaria ma momentanea».
Professore, sul web si legge di tutto. E’ vero che la mascherina chirurgica fa male ai ragazzi per la carenza di ossigeno e addirittura può causare la morte per ipossia?
«Assolutamente no. Sono colpevoli, irresponsabili e condannabili bugie sul web. La mascherina chirurgica previene il diffondersi delle infezioni e deve essere correttamente indossata dai bambini per impedire il contagio tra asintomatici. Lasciare scoperto il naso, per esempio, ne diminuisce l’efficacia e può vanificare la protezione».
Certo professor Catassi, ma tutte le reti televisive parlano del Covid-19 in continuazione tutti i giorni, con toni drammatici che sfiorano l’ossessione. Molti contestano e protestano ma vengono ignorati. Lei cosa ne pensa?
«Innanzitutto si deve alzare il livello di precauzione evitando ai minori il martellamento televisivo sul virus e le sue conseguenze. Non fa bene agli adulti, figurarsi ai bambini che possono spaventarsi molto più di quanto evidenziano al momento, fino a riportare danni alla personalità. Esagerare davanti al televisore può portare gli adulti a drammatizzare una situazione difficile e complessa, ma sicuramente non drammatica. Occorre impedire ai bambini l’ascolto e la visione di quei programmi. Ma è opportuno che i genitori parlino con i figli in modo semplice, chiaro e pacato soprattutto sulla necessità della mascherina e sui tanti perché. Dare risposte appropriate, magari consigliandosi con il proprio pediatra, è un modo corretto per rapportarsi in famiglia».
Tutti dicono sui media cosa non si deve fare, snocciolando la lista delle attività proibite per i bambini e non solo. Ma su cosa e come va fatto i media tacciono, convalidando in qualche modo i sospetti di strategie per aumentare gli ascolti televisivi e la vendita di giornali e riviste che significa più pubblicità. Può dircelo lei, professor Catassi, cosa fare con bambini e ragazzi?
«Essenzialità e buonumore diventano un obbligo verso bambini in età pediatrica. L’essenzialità riguarda le precauzioni ormai arcinote come la mascherina, il distanziamento, il frequente lavaggio delle mani e l’uso del disinfettante apposito. Il buonumore è un’efficace strategia per applicare l’essenzialità, per non spaventare i bambini, che diventerebbe un danno maggiore. Dovrebbe diventare un gioco per i più piccoli e una dimostrazione d’intelligente comprensione per gli altri».
Un po’ come fa Benigni nel film La vita è bella?
«Ottimo esempio di un genio come l’attore e regista toscano. Quel film ha vinto l’Oscar anche per questo».