Manca ormai meno di una settimana all’Election day. L’8 e il 9 giugno nelle Marche si vota per le Europee e per le Amministrative in 148 comuni. I seggi saranno aperti dalle 15 alle 23 nella giornata dell’8 giugno (sabato) e dalle 7 alle 23 domenica 9 giugno. Il silenzio elettorale scatta dalla mezzanotte di venerdì 7 giugno.
Per quanto riguarda la consultazione per le Europee l’Italia eleggerà 76 membri del Parlamento europeo su 720 complessivi. Le Marche fanno parte della circoscrizione Centrale, composta anche da Lazio, Toscana e Umbria, che eleggerà 15 parlamentari. Nel nostro Paese vige il voto di preferenza; gli elettori possono indicare, nell’ambito della stessa lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o più preferenze, candidati di sesso diverso. La soglia di sbarramento è al 4%. Tra le novità della tornata elettorale c’è il voto per i fuori sede che potrà essere effettuato nel luogo in cui si trovano, senza rientrare nel comune di residenza.
Per quanto riguarda invece le Amministrative nelle Marche si vota in 3 capoluoghi (Ascoli Piceno, Pesaro e Urbino). L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 23 e lunedì 24 giugno e riguarderà solo i Comuni con più di 15mila abitanti se nessun candidato avrà ottenuto più del 50% dei preferenze. Nei comuni tra 5mila e 15mila abitanti i sindaci potranno arrivare al terzo mandato, nentre sotto i 5mila è stato eliminato il limite del terzo mandato.
I ‘papabili’
Premettendo che per le Marche è complesso eleggere un parlamentare europeo, e infatti non accade da un ventennio (l’ultima fu Luciana Sbarbati), c’è da dire che i candidati che hanno maggiori possibilità di arrivare a Bruxelles sono quelli che hanno una visibilità che va oltre i confini regionali. Un bacino di votanti più ampio, di quello marchigiano, è certamente utile per avere maggiori chances.
Senza voler scoraggiare nessuno, c’è da rilevare che a pesare sul piatto della bilancia è certamente la visibilità mediatica dei candidati alle europee anche oltre le Marche. Partendo da questo criterio nel Pd tra i ‘papabili’ figurano Matteo Ricci e Alessia Morani. Ricci lascia Pesaro dopo 10 anni sullo scranno di primo cittadino, un politico che ha trovato più volte spazio nelle tribune mediatiche nazionali e che al netto di tutto se non dovesse arrivare a Bruxelles in caso di buon risultato potrebbe vedere il suo ruolo rafforzato nel partito.
Vale lo stesso discorso per Alessia Morani, già parlamentare e impegnata in crisi industruali del centro Italia, un bacino che potrebbe fruttarle appunto un biglietto per Bruxelles. Inoltre i due politici del Partito Democratico potrebbero essere aiutati dalla presenza della segretaria nazionale Elly Schlein come capolista.
Tra i favoriti spicca Mirco Carloni della Lega che può contare su un bacino elettorale importante, non solo marchigiano, ma del Centro Italia. La sua visibilità nelle Marche deriva sia dal ruolo di vice presidente della Regione e da assessore con deleghe alle attività economiche, oltre che da attuale parlamentare. Fuori dalle Marche pesa il ruolo di presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, che lo porta ad interagire con il mondo dell’agricoltura, un bacino elettorale interessante.
Chance anche per Carlo Ciccioli di Fratelli d’Italia, più volte consigliere regionale e già capogruppo del partito di Giorgia Meloni. Il medico e politico marchigiano è stato deputato per Alleanza Nazionale e il Popolo delle Libertà oltre che vice presidente della Commissione parlamentare Affari Sociali e Sanità. Anche sulla sua candidatura può pesare il traino della premier Meloni. Per Ciccioli è un anche un banco di prova per arrivare ad ottenere un assessorato in caso di riconferma del centrodestra alle prossime elezioni regionali.
Tra i partiti ‘minori’ quelli che possono avere qualche chances per la visibilità mediatica di cui hanno goduto negli anni scorsi, ci sono gli ex parlamentari del Movimento 5 Stelle, Mirella Emiliozzi già deputata nel governo Conte e Sergio Romagnoli, già senatore nello stesso governo.