Ancona-Osimo

Tragedia di Corinaldo, Davide Scotti: «In Italia manca l’educazione alla sicurezza»

Il segretario generale e promotore della Fondazione LHS (Leadership in Health & Safety), dopo i tragici fatti accaduti alla discoteca “Lanterna azzurra” in località Madonna del Piano, pone l'accento sulla necessità di una maggiore cultura della sicurezza

ANCONA – «La tragedia di Corinaldo dimostra il fatto che in Italia manca l’educazione alla sicurezza». A dirlo è Davide Scotti, segretario generale e promotore della Fondazione LHS (Leadership in Health & Safety), uno dei più noti formatori sul tema della sicurezza a livello nazionale e attivissimo anche in ambito internazionale, con numerosi congressi all’attivo in ambito Europeo. «La gente non pensa a quello che può andare storto – spiega Scotti – e i gestori cercano di recuperare i costi altissimi di eventi di questo tipo».

Il formatore pone l’accento sulla necessità di una maggiore cultura intorno a questo importante tema: «in Italia il mondo della comunicazione, delle scuole e delle imprese – sottolinea – non è mai riuscito a veicolare in maniera efficace questi temi. In Europa la situazione è molto diversa, c’è un’attenzione maggiore a questi temi e una percezione molto più alta dei rischi».
Davide Scotti, formatore in ambito di sicurezza e HSE Culture Manager di Saipem, Segretario Generale della Fondazione LHS, ideatore del movimento Italia Loves Sicurezza e ricopre il ruolo di Technical Director HSE della SPE Italia e di Vice Presidente del Club Prevenzione nelle Grandi Organizzazioni (CPGO) di AIAS

«La questione è come sempre culturale e legata all’assenza di percezione sulle potenziali conseguenze a più livelli – conclude Scotti – Dalla stupida goliardata di spruzzare uno spray (equivalente a quella di Torino) in un ambiente affollato a quella di gestori che troppo spesso prendono con leggerezza le procedure di sicurezza. Immagino che il concerto di Sfera abbia costi alti, ed è possibile che si tenda a fare di tutto per recuperare il più possibile. E infine l’aspetto culturale legato agli utenti: in quanti in un ambiente del genere hanno la sensibilità di dare una controllata alle uscite di emergenza più vicine per essere pronti a qualunque evenienza?».