Ancona-Osimo

Sgominata banda dai 19 ai 22 anni. Garulli: «Un fenomeno sociologico inquietante»

Sono 7 i componenti del gruppo criminale che operava spruzzando lo spray nel locale per strappare gioielli e orologi. I malviventi riuscivano a guadagnare più di 2 mila euro al mese mettendo a segno colpi tra nord e centro Italia. Soldi che spendevano in droga, viaggi e abiti

ANCONA – Sono 7 gli arrestati dei quali sei sono giovani tra i 19 e i 22 anni i responsabili dei fatti accaduti a Corinaldo l’8 dicembre scorso alla discoteca Lanterna Azzurra dove sono morti 5 adolescenti tra i 14 e i 16 anni e una mamma di 39 anni, schiacciati dalla calca nel fuggi fuggi dalla discoteca, e oltre 200 persone sono rimaste ferite, 8 delle quali in maniera grave.

Si tratta di 4 italiani, un tunisino e un marocchino, tutti uomini, residenti nel modenese, di età compresa tra i 19 e i 22 anni, facenti parte di una banda criminale dedita ai furti con strappo e alle rapine nelle discoteche tra nord e centro Italia. Un’altro appartenente alla banda, un 19enne, è deceduto nel corso delle indagini a causa di un incidente stradale. Insieme a loro è finito in manette anche un 65enne di Castelfranco Emilia titolare di un Compro Ororicettatore del gruppo criminale: l’uomo si occupava di monetizzare gli oggetti rubati, gioielli in oro e orologi.

Il modus operandi della banda era sempre lo stesso, spruzzavano lo spray al peperoncino all’interno dei locali dove si assemblavano tantissimi ragazzini per vedere i loro beniamini esibirsi nel trap. Una volta spruzzata la sostanza urticante, il gruppo di malviventi ne approfittava per strappare i gioielli di dosso alle vittime e per darsi alla fuga senza essere notato nel marasma che generavano in seguito alla diffusione nell’aria dello spray urticante. Quando non ricorrevano alla spray urticante, la tecnica utilizzata vedeva tre componenti della banda spintonare la vittima mentre ballava e gli altri intervenivano strappando velocemente collane, bracciali o orologi approfittando della distrazione. La refurtiva veniva nascosta nelle parti intime, in alcuni casi nelle scarpe, in bocca o all’esterno del locale.

La svolta nelle indagini, è avvenuta ieri sera (2 agosto) con l’arresto delle 7 persone compiuto dai carabinieri del Comando Provinciale di Ancona con il supporto nella fase esecutiva dei militari dell’Arma di Modena Genova e Ravenna, province dove sono stati effettuati i fermi ed è stato dato seguito all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Ancona, Carlo Cimini. L’esito dell’operazione è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Procura ad Ancona, alla quale hanno preso parte il Procuratore, Monica Garulli, il Comandante provinciale dei carabinieri di Ancona, Cristian Carrozza, i sostituti procuratori Monica Bavai e Paolo Gubinelli e il comandante del reparto operativo Americo Di Pirro.

Tutti gli arrestati sono accusati di di “associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine”, per sei di loro contestata anche l’accusa di omicidio preterintenzionale”“lesioni personali” nei confronti di 197 persone presenti nella discoteca e singoli episodi di “rapine e furti con strappo”. La tragica sera dei fatti di Corinaldo alla Lanterna Azzurra hanno messo a segno 5 rapine e 1 furto dentro il locale, immediatamente dopo aver spruzzato lo spray, per poi dileguarsi velocemente intorno poco dopo l’una di notte.

Le brillanti indagini, sono state condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Ancona sotto la guida della Procura della Repubblica di Ancona e coordinata dal Procuratore della Repubblica Monica Garulli e dai sostituti procuratori Paolo Gubinelli e Valentina Bavai. Rilevanti per giungere all’arresto della banda, le indagini scientifiche condotte dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Roma, che oltre ad accertare all’interno della Lanterna Azzurra la presenza dei due derivati del peperoncino, la capsaicina e la diidrocapsaicina, responsabili dell’irritazione agli occhi e alle mucose, hanno scovato le tracce del profilo genetico maschile sul tappo della bomboletta. Un profilo genetico, che come ha spiegato la Garulli, è risultato perfettamente concordante con quello di uno degli arrestati.

I sette appartenenti alla banda, tutti già noti alle forze dell’ordine, si erano resi responsabili di altri furti e rapine perpetrati con la stessa tecnica, e grazie alle loro attività illecite guadagnavano oltre 2 mila euro al mese a testa, che spendevano in viaggi, vacanze, abiti e droga, riuscendo a condurre un tenore di vita piuttosto elevato e all’insegna dello sperpero. I carabinieri sono arrivati a loro in seguito alle tracce genetiche di un uomo rinvenute sulla bomboletta trovata vicino all’uscita di sicurezza del locale dove è avvenuta la tragedia. Da questo profilo genetico e dall’analisi dei tabulati telefonici che hanno riscontrato la presenza dei 7 soggetti nel locale la sera della tragedia, oltre che da una serie di testimonianze raccolte dagli investigatori, sono arrivati a loro. Invece per quanto riguarda il minore inizialmente indagato con l’accusa di aver spruzzato lo spray al peperoncino all’interno della discoteca «non risultano collegamenti con la banda» ha spiegato il procuratore Monica Garulli.

Decine i colpi messi a segno dal gruppo criminale che, come ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Carrozza, prediligevano gli eventi dove si esibivano artisti trap che attraggono moltissimi ragazzini e quindi capitalizzano una grande affluenza di persone.  Gli appartenenti alla banda svolgevano tutti lavori saltuari e colpivano con frequenza settimanale. Tra gli episodi criminosi compiuti dalla banda, un furto con strappo  nella notte tra il 9 e il 10 alla discoteca Dorian Gray di Verona, un furto messo a segno il 30 marzo nell’area di servizio Esino Ovest in A14 nel tratto nel territorio di Chiaravalle. Al Mia Clubbing di Porto Recanati due i furti con strappo compiuti nella notte tra il 30 e il 31 marzo, mentre a Made Club di Como e al K-Klass di Tavernerio (Co) la banda aveva messo a segno 5 furti con strappo tra il 4 e il 5 maggio (5 catenine d’oro recuperate dai carabinieri dopo che le avevano lanciate dall’auto in movimento durante un controllo stradale). Due i furti con strappo alla discoteca Parco Europa di Padova commessi il 2 giugno. Anche nelle Marche la banda aveva messo a segno alcuni colpi, come quello in una discoteca di Fabriano e un’altro a Corinaldo nel mese di ottobre, entrambi nel mese di ottobre.

Ma il gruppo potrebbe essere responsabile anche di numerosi altri episodi per i quali è stata accertata la presenza degli indagati all’interno delle discoteche in Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto e al Parco Divertimenti Disneyland. La banda, durante i viaggi per raggiungere e rientrare dalle località dove mettevano a segno i loro colpi, ha commesso furti anche nelle aree di servizio autostradali, oltre a non aver pagato ristoranti e autonoleggi.

Arresti che evidenziano «un fenomeno sociologico inquietante – ha spiegato il procuratore Garulli – e che dimostrano l’esistenza accertata di ragazzi con operatività criminale similare» che spruzzano spray al peperoncino per approfittare dell’assemblamento nei locali per mettere a segno i loro furti. La Garulli ha evidenziato che tra le diverse bande, operanti sul territorio italiano, avviene una spartizione dei territori.

L’aver spruzzato la sostanza urticante costituisce un aggravante perché ha reso le persone incapaci di reagire. Gli inquirenti hanno trovato nelle disponibilità della banda anche un taser, fatto che lascerebbe pensare ad un evoluzione nel modus operandi. Ad influire sul risvolto tragico della vicenda, ha precisato la Garulli, anche «le carenze strutturali del locale possiede hanno ostacolato il deflusso delle persone» e che hanno portato al sequestro preventivo dell’immobile. Presto gli interrogatori di garanzia.