Ancona-Osimo

Corinaldo: il 17 enne non era alla Lanterna Azzurra, a dirlo il suo studio legale

È quanto sostiene l'avvocato difensore del ragazzo, Martina Zambelli. Il ragazzo sarebbe dunque estraneo ai fatti nei quali persero la vita sei persone schiacciate dalla folla nel fuggi fuggi dalla discoteca

Lanterna Azzurra di Corinaldo
La Lanterna azzurra di Corinaldo

ANCONA – Il 17enne sospettato di aver spruzzato lo spray urticante all’interno della Lanterna Azzurra non si trovava nel locale la sera della tragedia. È quanto sostiene l’avvocato difensore del ragazzo, Martina Zambelli. Il ragazzo sarebbe dunque estraneo ai fatti nei quali persero la vita sei persone schiacciate dalla folla nel fuggi fuggi dalla discoteca.

Il minorenne, che risulta al momento tra gli indagati insieme ad altre 9 persone (tra proprietari e gestori del locale), secondo quanto sostiene il suo legale avrebbe trascorso la serata in compagnia di amici a Senigallia. «Una dichiarazione che il ragazzo ha sempre fornito fin dal primo momento anche ai Procuratori – spiega il legale – tant’è che durante l’interrogatorio ha ricostruito minuto per minuto l’intera notte tra il 7 e l’8 dicembre. Nel corso delle indagini difensive che stiamo conducendo abbiamo trovato un puntuale riscontro a a tutte le dichiarazioni che lui aveva fornito nella ricostruzione dei fatti».

Riscontri arrivati sia dalle dichiarazioni rese «dalle persone che erano con lui quella sera proprio nelle ore in cui sarebbero accaduti i fatti che hanno portato alla tragedia – prosegue l’avvocato Zambelli – sia da parte di persone che si trovavano alla Lanterna Azzurra e che essendo amici o conoscenti del ragazzo dichiarano che lui non c’era perché se ci fosse stato sarebbe stato con loro».

Oltre alle indagini difensive che hanno già portato ad alcuni riscontri, l’attività dello studio legale si concentrerà anche nello svelare chi ha fatto il nome del ragazzo e perché: «una volta dimostrata l’estraneità del ragazzo -spiega l’avvocato Zambelli -, ci muoveremo anche per tutelarlo nelle sedi opportune da queste persone che poi vedremo effettivamente che tipo di dichiarazioni hanno reso, anche se la Procuratrice è sempre stata chiara  fin da subito nel dire che in realtà le dichiarazioni che hanno portato ad indagare il nostro assistito erano un pò generiche».

Alcuni dei riscontri già in possesso dello studio legale saranno presto forniti alla Procura, precisa il legale, ma «intanto ci muoveremo a far cambiare l’opinione pubblica perché il nostro assistito è stato dipinto con delle notizie davvero inveritiere: il ragazzo è incensurato e non è mai stato in una comunità».

L’avvocato Martina Zambelli lancia infine un’appello alla collaborazione da parte delle famiglie dei ragazzi che potrebbero avere delle informazioni utili alle indagini:  «è importante per la giustizia del nostro assistito e delle famiglie coinvolte nella tragedia».