Ancona-Osimo

Confindustria, Bocchini: «E’ ora di pensare alla ripartenza»

«Le imprese per ripartire hanno bisogno di liquidità. Il nostro futuro non ce lo giocheremo nei prossimi 15 giorni, ma nei prossimi 15 mesi. Le fabbriche saranno luoghi sicuri, la salute dei nostri collaboratori è il nostro primo pensiero»

Pierluigi Bocchini
Pierluigi Bocchini

ANCONA – «Noi imprenditori siamo tutti preoccupati, molto. Sarebbe da incoscienti non esserlo. Per noi, per i nostri cari e per i nostri collaboratori. Speriamo che l’emergenza sanitaria finisca presto, è questa la priorità. Alcune aziende stanno continuando legittimamente a lavorare, garantendo a tutti noi l’approvvigionamento di beni indispensabili, e presto giungerà il momento di prepararsi alla riapertura anche delle altre». Così Pierluigi Bocchini, Vice Presidente Delegato di Confindustria Marche Nord con delega alla territoriale di Ancona interviene sul tema del giorno.

Anche CLABO, di cui Bocchini è Amministratore Delegato è chiusa dal 20 marzo.

«Il nostro primo pensiero resta sempre e comunque la salute dei lavoratori – afferma Bocchini – ed è per questo che la maggior parte di noi, già settimane fa avevano messo in sicurezza le proprie fabbriche, quando ancora molte normative non erano neppure diventate cogenti: e anche in questi giorni, con le aziende chiuse, continuiamo a lavorare per garantire il ritorno dei lavoratori in totale scurezza, definendo misure ancora più stringenti: le mascherine e i DPI stanno arrivando, anche grazie all’incessante lavoro di Confindustria, le opere di sanificazione sono state fatte, come anche la pianificazione del lavoro negli stabilimenti con i percorsi di distanziamento. Le fabbriche riapriranno presto, è inevitabile se non vogliamo che il paese arrivi al collasso, e noi siamo pronti. Ma non saranno 15 giorni ora a determinare la sopravvivenza o meno delle nostre aziende. È invece indispensabile che nel prossimo DL al quale, ci viene detto, il Governo sta lavorando, si prevedano misure incisive per chi ha perso e perderà interi mesi di fatturato. Le aziende hanno bisogno di liquidità, tutte, piccole medie e grandi. Allora prevediamo linee di credito pari ad almeno 3 mesi della media dei ricavi 2019 ad accesso automatico, con garanzia statale al 100%. Non segnalate in centrale rischi e con piani di ammortamento ad almeno 20 anni. Unica condizione: mantenimento dei livelli occupazionali per almeno 12 mesi. Il nostro futuro ce lo giocheremo nei prossimi 15 mesi, non nei prossimi 15 giorni».

«Siamo stanchi e amareggiati di sentire una parte dell’opinione pubblica che ancora considera le fabbriche luoghi di contagio, quando sappiamo bene che è non solo possibile ma anche probabile che il virus fosse già arrivato ancor prima che le misure di contenimento fossero dichiarate necessarie – aggiunge – come di chi vuole addirittura proclamare lo sciopero. Il nostro primo obiettivo è riaprire le aziende in totale sicurezza, per ripartire con la grinta e l’entusiasmo che troviamo anche e soprattutto in tutte le persone che lavorano con noi e che fino all’ultimo giorno hanno fatto di tutto per non lasciare nulla in sospeso».

«Di errori ne sono stati fatti tanti – conclude – si è gestita l’emergenza economica in maniera poco efficace e con provvedimenti che riguardano poche categorie, come anche si sono utilizzati i codici ATECO che non riflettono in maniera corretta la complessità delle filiere produttive … ma non è questo il momento delle polemiche e delle recriminazioni. E’ il momento della competenza, dell’esperienza, delle persone giuste al posto giusto. Ricordo a tutti che chi non lavora, non mangia. Per lavorare serve far riaprire le imprese e le imprese, per riaprire, hanno bisogno di liquidità».