ANCONA – Nessun alunno bocciato, in via del tutto eccezionale gli studenti saranno ammessi alla classe successiva, anche quelli con insufficienze registrate nel primo quadrimestre. Non ci sarà nessun 6 politico, il voto finale dei ragazzi sarà corrispondente all’impegno dimostrato durante l’anno e nella didattica a distanza. Il Consiglio dei Ministri lunedì scorso (6 aprile) ha dato il via libera al Decreto Scuola che contiene le misure per concludere questo anno scolastico caratterizzato dall’emergenza Coronavirus.
Per quanto riguarda l’esame di maturità si delineano due possibili scenari. Se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. La prima prova di italiano, sarà preparata dal Ministero, la seconda, quella diversa per ciascun indirizzo, sarà predisposta dalle commissioni interne. Poi ci sarà l’orale. Se invece non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale. Anche l’esame di terza media non si svolgerà con le consuete modalità. Se sarà possibile farlo in presenza, potrà essere semplificato. Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti.
Il ministro Lucia Azzolina ieri (7 aprile) ha incontrato in videoconferenza, gli assessori regionali competenti in materia di Istruzione per illustrare le azioni messe in campo dal Governo per la didattica a distanza e i contenuti del Decreto. Per la Regione Marche era presente l’assessore Loretta Bravi.
«Sulla modalità di svolgimento degli esami non entro nel merito. Dico solo che la scuola ha due scopi: deve accompagnare i ragazzi verso la maturità e deve educarli a dare un giudizio sulla realtà. Con quali strumenti? Adesso lo si fa con quel che si può. Per quanto riguarda la riapertura o meno delle scuole, la Ministra Azzolina ha detto che seguirà le direttive dei Gores e l’andamento epidemiologico – riferisce l’assessore regionale all’Istruzione -. Durante l’incontro in videoconferenza ho evidenziato l’urgenza di rimpinguare il fondo economico per le paritarie, per lo 0-6 e per la formazione professionale. Inoltre, siccome la ministra è contro le classi pollaio, ho colto l’occasione per sottolineare che non vanno bene a prescindere dal Coronavirus. Bisogna rivedere gli organici, fare una proporzione tra docenti e alunni e fare classi più umane, con meno alunni. In questo modo si lavora meglio».
Stando alla ripartizione degli 85 milioni di euro stanziati dal Governo col decreto Cura Italia, alle scuole marchigiane spettano complessivamente circa 2,3 milioni di euro per il potenziamento della didattica a distanza.
Assessore Bravi, da quel che ha potuto vedere finora la didattica a distanza funziona?
«Durante la videoconferenza ho messo in evidenza che la didattica a distanza funziona ma funziona diversamente in quanto le reti di connettività sono differenti. C’è un problema culturale: se prima il digitale era una curiosità adesso è diventato una necessità e quindi non è possibile che non si svecchino i programmi e non si vada verso forme più smart e più moderne. La tecnologia è uno strumento non è mai un fine, deve veicolare un messaggio. Questa mia osservazione è stata accolta dalla Ministra».
Nelle Marche non sono state riscontrate criticità per la didattica a distanza?
«Ci sono criticità nelle zone interne ma la Regione ha fatto un investimento per la banda ultra larga di 102 milioni di euro quindi stiamo andando verso una connettività sempre più importante. Inoltre, abbiamo intenzione di supportare con il fondo sociale europeo le reti di connessione, sia per le aziende sia per le scuole».