FALCONARA – I titolari di bar, pasticcerie e ristoranti di Falconara Marittima hanno consegnato simbolicamente le chiavi dei loro locali al sindaco Stefania Signorini per segnalare le difficoltà del settore a causa dell’emergenza Coronavirus. Dopo due mesi di stop forzato delle attività, le nuove regole sul distanziamento sociale mettono a rischio la riapertura in quanto, con un numero limitato di clienti, sarà difficile sopravvivere economicamente. E così, come avvenuto in molte altre città d’Italia, i commercianti hanno incontrato al Castello il primo cittadino e l’assessore al Commercio, Clemente Rossi che hanno ribadito l’intenzione di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per favorire la ripartenza.
«La vitalità degli esercizi di ogni genere è ritenuta essenziale per la continuità della economia della città, elemento insostituibile per assicurare una vita civile e serena per tutta la comunità, anche tenendo conto della imminente apertura della stagione turistico balneare» afferma l’assessore Rossi.
Gli amministratori hanno ribadito l’intenzione di mettere a disposizione a costo zero gli spazi pubblici per tutte quelle attività che ne faranno richiesta, attraverso l’azzeramento del Cosap, il canone per l’occupazione di suolo pubblico. L’iniziativa è pensata in particolare per bar, pasticcerie e ristoranti, che per garantire il distanziamento sociale dovranno avere a disposizione spazi più ampi.
«Il Comune agirà sulla base delle richieste degli operatori del territorio, superando ostacoli di ogni natura anche sul fronte della sburocratizzazione e mediando, in maniera equa ed equilibrata, fra interessi diversi, solo apparentemente contrapposti – spiega l’assessore al Commercio -. Resta però una situazione poco chiara sotto vari aspetti a livello nazionale, per questo agli enti sovraordinati, a partire dalla Regione Marche fino al Governo centrale, vengono chieste urgenti e chiare direttive. La città non può più annaspare nell’attuale situazione di incertezza».
Il Comune, tramite gli organismi rappresentativi degli enti locali, chiede al Governo anche maggiori risorse per garantire riduzioni delle imposte, in primis della Tari, per quegli esercizi che non hanno di fatto prodotto rifiuti a causa della chiusura forzata. Riduzioni sono ipotizzate anche per l’Imu. Ad ogni modo, l’amministrazione comunale ha già manifestato l’intenzione di esentare le attività economiche, per il 2020, dal pagamento delle tasse sulle insegne luminose, sulle vetrofanie e di altre tasse sulla pubblicità, grazie a contributi ad hoc. Inoltre, la giunta Signorini ha già inviato all’Autorità Portuale la richiesta di rivedere gli attuali canoni di concessione balneari, su tutto il litorale.
Gli imprenditori hanno chiesto al sindaco di farsi portavoce delle loro istanze e di portarle al Governo. I commercianti chiedono in primis «contributi a fondo perduto per coprire i costi fissi e quindi, preservare le imprese e la ricchezza imprenditoriale del comparto, fondamentale per l’economia italiana, in modo che, quando saremo in grado di ripartire nessuno sarà costretto a rimanere chiuso per sempre».