ANCONA – Presto un’ordinanza sulle mascherine facciali condivisa con il Ministero della Salute, intanto si va avanti con il progetto della maxi terapia intensiva all’Ente Fiera di Civitanova Marche. A dirlo il presidente regionale Luca Ceriscioli nel corso della videoconferenza stampa alla quale ha preso parte anche l’assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti.
Il governatore, sul fronte dell’annunciata ordinanza per l’obbligatorietà delle mascherine facciali o di altri mezzi di protezione, ha chiarito che agirà sulla scia di quanto fatto in Emilia Romagna e che «sarà condivisa insieme al Ministero della Salute» in modo da «togliere il tema dell’uso delle mascherine da un percorso frammentario».
Ancora non è chiaro se si andrà verso l’obbligatorietà, ma ha sottolineato che si tratta di una scelta che punta ad «insistere con i cittadini» sull’importanza che per arginare il virus occorre «continuare su questa strada», ma anche «per dare una spinta di natura culturale nel determinare una nuova attenzione sulle misure di contenimento» e per ragionare su una fase due «dove saremo più aperti e più protetti».
Avanti tutta per quanto riguarda il progetto della maxi terapia intensiva. L’obiettivo del governatore marchigiano è quello di iniziare a lavorare «da qui ad una settimana con Asur e le altre Aziende» in modo da «far tornare alla normalità le altre strutture ospedaliere», così che possano rispondere alle esigenze dei pazienti affetti da altre patologie, trasferendo quelli positivi al Covid-19 nella nuova maxi terapia intensiva di Civitanova Marche. Per quanto riguarda la raccolta fondi attivata dalla fondazione dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, il governatore ha chiarito che i Cavalieri di Malta hanno raccolto 2,5 milioni di euro, mentre altri 6 milioni sono arrivati in termini di donazioni sul fronte tecnologico e di infrastrutture.
Ceriscioli ha poi commentato i dati del Gores, gruppo operativo regionale emergenze sanitarie, evidenziando che prosegue la tendenza emersa negli ultimi giorni «al rallentamento della crescita del virus, superata la vetta del 1° aprile».
Il governatore ha paragonato la curva dei contagi della nostra regione a quella della Cina spiegando che sono «allineate», segno «che i cittadini hanno rispettato con grandissimo rigore le ordinanze. L’effetto si sente e continua a sentirsi anche oggi».
Poi ha evidenziato il dato odierno delle positività che è rimasto sotto i 100, attestandosi a 90 nonostante i 700 tamponi eseguiti. Inoltre ha spiegato che «si sta lavorando per accorciare distanza fra laboratori e prelievi tamponi», mentre sul fronte dei reagenti, fondamentali per poter eseguire i tamponi, l’autonomia regionale è attualmente di una settimana, grazie all’ultima consegna effettuata da Roche nei giorni scorsi, ma l’obiettivo di Ceriscioli è quello di «spingere ancora su questo per garantire il doppio tampone».
Fra i dati positivi evidenziati dal governatore il decremento del numero di pazienti che accedono alla terapia intensiva e alla medicina sub intensiva, spostandosi dalle cure a maggiore intensità verso quelle a minore intensità, un effetto dovuto all’impiego precoce degli antivirali a domicilio dei pazienti positivi fin dal primo stadio dell’infezione. Questo, secondo Ceriscioli, ha permesso alle strutture ospedaliere «di respirare».
Ceriscioli ha poi espresso un giudizio «molto positivo» sui 400 miliardi di liquidità alle imprese varati ieri dal Consiglio dei Ministri, mentre ha annunciato di voler incrementare i 33 milioni previsti dal Governo per la cassa integrazione, ma giudicati «insufficienti». «Per le Marche – ha detto – la quota che ci riguarda sarà pari a 20 miliardi, una buonissima cifra». «Settecentocinquanta miliardi, 400 dei quali con l’ultimo decreto sono una cifra impressionante: si tratta di una quantità che entra nei parametri più attesi della imprese» ha dichiarato, esprimendo un giudizio positivo anche sul prestito di 25 mila euro senza garanzie per le piccolissime imprese e per i professionisti, una misura che secondo il governatore rappresenta «un buon punto di partenza».
Rientrato dall’isolamento di 14 giorni nella sua abitazione dopo essere stato a contatto con Bertolaso, risultato positivo al Covid-19, Cerisicoli, sollecitato dai giornalisti, ha chiarito di non aver fatto il tampone perché non ha avuto «febbre, né tosse, né difficoltà respiratorie». Insomma «non c’è stata alcuna insorgenza della patologia e sono perfettamente a posto».