Ancona-Osimo

Coronavirus, nelle Marche potenziate le Unità speciali domiciliari

Attualmente sono 17 quelle operative nelle Aree Vaste, ma i distretti stanno incrementando le squadre. Ceriscioli: «Sicurezza e serenità ai pazienti che possono essere seguiti a casa»

ANCONA – Potenziata la task force delle Unità speciali per la continuità assistenziale (Usca) che svolgono controlli domiciliari delle presone che hanno contratto il Coronavirus o per le quali c’è il sospetto di contagio.
Le squadre, attivate dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta o dalla guardia medica, oltre a prendere in carico i pazienti che non richiedono ricovero ospedaliero ma hanno bisogno di un monitoraggio, sono state incaricate dalla Regione Marche di eseguire anche i tamponi a domicilio per la verifica della positività al virus.

Un intervento che consente di isolare i pazienti, evitando la diffusione del contagio, di ridurre il numero dei ricoveri in un momento in cui le strutture sanitarie sono sature e soprattutto di intervenire tempestivamente riducendo i tempi di attesa sia sul fronte assistenziale che su quello dei tamponi.

Le task force, operative 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20, sono composte da almeno due operatori ciascuna (due medici o un medico e un infermiere) coordinati da un medico di medicina generale convenzionato da più di dieci anni e supportate da un pediatra di libera scelta reperibile telefonicamente.

Attualmente sono 17 quelle operative nelle Aree Vaste, ma i distretti stanno incrementando le squadre.

La mappa delle Unità speciali per la continuità assistenziale (USCA)

«Con l’evolversi della situazione, la macchina organizzativa sanitaria implementa e integra le soluzioni operative più appropriate – spiega il presidente regionale Luca Ceriscioli – e in questo senso l’attività delle Usca è fondamentale in quanto ci consente, in questa fase, di ottimizzare i nostri interventi, restituendo anche sicurezza e serenità ai pazienti che possono essere seguiti a casa, ma che hanno bisogno di essere monitorati e supportati dalle squadre sanitarie».

Una modalità di intervento, quella delle Usca, che va ad integrarsi con quella Drive through e con i test sierologici, in partenza in questi giorni, «ci consente di essere più incisivi nei prelievi, sempre compatibilmente con la disponibilità dei reagenti».