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Covid, Acquaroli: «Marche sorvegliate speciali? Chi viene non è esposto a un rischio»

Il presidente della Regione Marche rassicura sulla situazione pandemica nelle Marche dove nelle ultime due settimane si è registrato un innalzamento dei contagi per alcuni focolai

Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche

ANCONA – «Chi vuole venire nelle Marche non è esposto a un rischio, se non quello che si vive in questo momento di pandemia ovunque» Il governatore Francesco Acquaroli rassicura sulla situazione pandemica nelle Marche, dove i contagi nell’ultimo periodo hanno segnato un rialzo per alcuni focolai che si sono sviluppati nella zona a Sud della regione.

L’Istituto Superiore di Sanità, nel corso della cabina dei regia che si è svolta come di consueto il venerdì, ha classificato le Marche nel livello di rischio moderato, dopo essere rimaste per alcune settimane nella fascia di rischio basso.

Ma il presidente della Regione Marche spiega di aver commissionato uno studio agli uffici della sanità regionale, dal quale è emerso che, se la media settimanale di incidenza dei casi positivi in Italia è intorno a 13 su 100mila abitanti, quella della nostra regione è «poco sopra i 15 casi positivi su 100mila abitanti, abbiamo una media che incide pochissimo» e che come ha evidenziato scaturisce «con numero di tamponi importantissimo per il tracciamento sui focolai».

La preoccupazione è quella per il turismo, uno dei settori più fortemente penalizzati dalla pandemia e che punta sull’estate per risollevare le sorti economiche della regione e ridare respiro alle attività che hanno subito mesi di chiusure.

Rimarcando l’importanza di non abbassare la guardia e di rispettare le misure anti contagio, «le mascherine, evitare gli assembramenti, il distanziamento e l’igienizzazione», secondo Acquaroli occorre mantenere «un clima» forte del fatto che i positivi rilevati ieri nelle Marche erano solo 9, anche se il numero dei tamponi processati nel weekend è inferiore.

Riferendosi alle notizie trasmesse su un media nazionale, il governatore ha spiegato che «non si può dipingere una situazione che danneggia la nostra Regione» facendo passare un messaggio che «solo passandoci si rischia chissà che cosa. Siamo in media con il contagio che c’è in Italia in questo momento, siamo leggermente sopra la media questa settimana, come eravamo in media piena e addirittura sotto la media la settimana scorsa».
Se da un lato «un focolaio può fare la differenza – spiega – ricordo anche un dato importante: i ricoverati per covid nella nostra regione, in questo momento, sono 10. Siamo preoccupati per queste persone, ma sono numeri che rispetto agli oltre mille ricoverati di qualche mese fa credo ci possano far vivere una situazione, non dico di tranquillità, perché in pandemia e crisi sanitaria non bisogna stare mai tranquilli, ma sicuramente la situazione in questo momento è sotto controllo».

Sollecitato sul pressing messo in atto da alcuni governatori per far valere più il rapporto tra ricoveri e posti letti liberi piuttosto che il numero di contagi nell’attribuzione delle fasce di rischio, il governatore ha precisato: «Non voglio entrare nella discussione politica per cercare di evadere o eludere una situazione, voglio stare molto prudente, ma anche raccontare le cose per quelle che sono e non dipingere situazioni che magari potrebbero essere male interpretate dal grande pubblico, perché se si apre un notiziario dicendo che una regione è sotto osservazione, si può pensare che in quella regione c’è una situazione di pericolo particolare. I numeri non raccontano esattamente questo».

Nella nostra regione intanto sono stati rilevati 42 casi di variante Delta, la mutazione che preoccupa per la sua maggiore diffusività e che è stata trovata nel 57,4% dei campioni con alta carica virale analizzati. Fondamentale la vaccinazione. A ricevere la seconda dose ad oggi sono stati 545.164 marchigiani, il 40,1% della platea vaccinabile (1.359.604 persone dai 12 anni in su). Tra i più protetti ci sono gli over 50, specie nelle fasce d’età più anziane della popolazione: l’81% delle persone di età compresa tra 60-69 anni e l’89,7% tra 70-79 anni hanno avuto almeno la prima dose.

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