ANCONA – Si aggira intorno al 10-12% la percentuale di casi di variante Delta nelle Marche. A fornire il dato, che rappresenta una stima, è stato l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, a margine della seduta odierna del Consiglio regionale.
«Stimiamo che la variante Delta sia già presente nella nostra regione per un 10-12% della popolazione – ha dichiarato – I casi conclamati sono ancora nell’ordine di poche decine, anche se il professor Menzo (direttore del Laboratorio di Virologia di Torrette, ndr) sta cercando a più ampio raggio la possibilità di verificare di poter isolare i cluster della variante Delta».
Ad oggi nelle Marche sono 5 i casi di variante Delta accertati dal monitoraggio condotto dal Laboratorio di Virologia di Torrette. Saltamartini ha poi rimarcato: «Dobbiamo tenere conto che buona parte delle persone che hanno il covid sono asintomatiche: il problema sorge quando il virus viene trasmesso a persone che poi manifestano i classici sintomi come l’attacco ai polmoni e la febbre».
Vaccinazioni in frenata, via alla campagna di sensibilizzazione
Per contrastare la variante cosiddetta “Indiana” che desta preoccupazione per la sua maggiore diffusività, sono tre le strade individuate dall’assessore: vaccini, monitoraggio e contact tracing. Cruciale la vaccinazione contro il covid, che però nell’ultimo periodo ha subito una frenata nelle prenotazioni: fra un paio di settimane saranno evase tutte le prime somministrazioni già calendarizzate. Mancano però all’appello 400mila persone vaccinabili, di età pari o maggiore ai 12 anni in su, su una platea target di 1 milione e 350mila.
La Regione però intende agire in maniera attiva con una campagna di sensibilizzazione volta ad intercettare quella parte di popolazione che non si è ancora immunizzata. Ieri – 28 giugno – in occasione della cabina di regia, «abbiamo deciso di andare a cercare le persone che non si sono ancora vaccinate – spiega Saltamartini – , poi se si rifiuteranno saranno libere di farlo».
L’assessore ha spiegato di aver già dato indirizzo, nella giornata di ieri, ai medici di medicina generale, ai distretti e alle Usca di contattare i marchigiani non vaccinati andando direttamente «nei domicili o chiamandoli per verificare perché non si sono vaccinati. Naturalmente le persone saranno libere di non vaccinarsi, ma dobbiamo verificare se gli anziani hanno scelto liberamente di non vaccinarsi o se è stata una scelta derivante dall’impossibilità di collegarsi al sito internet o di prenotare online». Inoltre, ha annunciato che per cercare di coprire la fascia di popolazione giovanile, la Regione dislocherà dei camper «davanti alle discoteche e ai luoghi di afflusso».
Saltamartini ha poi rivolto un appello ai mezzi di comunicazione di massa, affinché agiscano da cassa di risonanza nei confronti della popolazione per spingere sulla vaccinazione, dal momento che, come ha fatto notare, «la fine del covid passa solo attraverso i vaccini».
Potenziare il contact tracing (tracciamento dei contatti) è l’altra priorità della Regione, per contrastare la temuta variante, con l’obiettivo di isolare i positivi. «Una parte delle risorse umane e professionali del servizio sanitario vengono impiegate per il contact tracing» ha affermato, rilevando tuttavia che il personale in prima linea nella emergenza sanitaria «ha anche bisogno di un periodo di riposo, perché non sappiamo cosa succederà in autunno». Poi servirà il monitoraggio dei casi positivi per la ricerca delle variante Delta e delle altre mutazioni.
Il punto sulle dosi
L’assessore nel fare il punto sulle forniture di vaccino, ha ricordato che tra aprile e giugno, «abbiamo ricevuto circa 500mila dosi», e anche per il terzo trimestre, tra luglio e settembre, «sono previste altre 500mila dosi. Ma il problema è che AstraZeneca può essere somministrata solo ed esclusivamente alle persone con più di 60 anni che però ad oggi sono state vaccinate oltre all’87% dei casi; per cui di fatto la possibilità di vaccinare la popolazione sotto i 60 anni solo con Pfizer e Moderna è estremamente ridotta». E quindi rimangono dosi di AstraZeneca inutilizzate. Mentre Pfizer rimane per le fasce dai 12 ai 59 quello più usato.
Su una capacità di somministrazione di 15mila sieri al giorno, a disposizione nella giornata di oggi «ci sono 10-11mila Pfizer e 4mila AstraZeneca che possiamo e dobbiamo somministrare per completare il target delle persone che hanno più di 60 anni».