Ancona-Osimo

Covid, Giacometti: «Marche con dati peggiori? Abbiamo più “grandi anziani”, ma usiamo farmaci di ultima generazione»

L'infettivologo interviene sull'andamento della pandemia di Covid in regione che nell'ultimo mese ha fatto registrare oltre 200 vittime. Ecco cosa dice

ANCONA – Con il 21,01% di occupazione di posti letto in Terapia Intensiva e il 32,6% in area medica (dato Osservatorio Epidemiologico regionale aggiornato al 6 febbraio) le Marche mostrano dati peggiorativi rispetto alla media nazionale che registra alla stessa data (6 febbraio) un 15% di occupazione di pazienti Covid in Terapia Intensiva e un 28% in area medica (dato Agenas).

«I dati complessivi delle Marche? È vero, sono meno positivi di quelli medi delle altre regioni: questo può essere determinato da vari fattori. Teniamo conto, comunque, che le cause delle “fluttuazioni” dei dati epidemiologici non sono sempre facilmente individuabili», afferma l’infettivologo Andrea Giacometti.

«Nella nostra regione – aggiunge – potrebbe essere importante il fatto che l’aspettativa di vita è superiore rispetto alla media nazionale, quindi ci sono più “grandi” anziani che, come sappiamo, sono a maggior rischio di complicanze gravi in caso di Covid-19».

In base all’ultimo censimento Istat eseguito nel 2021 sui dati relativi al 2019, l’età media della popolazione marchigiana è di 46,4 anni, contro i 45,2 della media Italia, ma facendo un raffronto con il censimento del 2011 si evidenzia un progressivo invecchiamento della popolazione. I residenti con più di 64 anni erano 381mila, il 25% della popolazione, a fronte di un valore medio nazionale del 23%. I grandi anziani, ossia quelli con 85 anni e più, tra il 2011 e il 2019 sono passati da 56mila a 68mila, segnando un +21,2%.

Andrea Giacometti

Il professor Giacometti, direttore della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona, evidenzia che «nel nostro reparto negli ultimi giorni abbiamo ricoverato cinque pazienti nati fra il 1930 ed il 1935», persone 90enni che hanno un rischio molto elevato di sviluppare la malattia in forma grave e di necessitare, appunto, del ricovero ospedaliero.

Nelle Marche dal primo gennaio 2022 a ieri (6 febbraio) sono decedute con Covid 209 persone. Secondo l’infettivologo, «bisogna inoltre tenere conto del fatto che il numero alto di decessi degli ultimi giorni nelle Marche riguarda soggetti ricoverati da diverse settimane, ossia persone che si sono contagiate durante le festività natalizie o ai primi di gennaio. Immagino che alla base di tutto ciò ci siano state anche le visite dei giovani agli anziani».

«Certamente – aggiunge – non è in causa la carenza di cure, perché nella nostra Regione utilizziamo al massimo i farmaci di ultima generazione non appena disponibili. Abbiamo già in uso il Molnupiravir, le famose capsule rosse da assumere per 5 giorni (la cosiddetta pillola anti-Covid, ndr) e già nei prossimi giorni disporremo anche del Paxlovid compresse per via orale, anche queste per 5 giorni. Stiamo poi utilizzando il Sotrovimab, l’anticorpo monoclonale che è ormai ufficialmente riconosciuto come l’unico efficace contro la variante Omicron mentre, purtroppo, il virus con le sue mutazioni ora riesce a sfuggire agli altri anticorpi monoclonali».

Insomma, secondo il professor Giacometti, in pratica, «nelle nostra Regione stiamo egregiamente contrastando l’infezione in una specie di gara in cui utilizziamo le armi più moderne per ovviare alle scappatoie messe in atto dal Coronavirus». «Non è un’impresa facile – conclude – e neanche a basso costo. Speriamo che veramente il virus si “adatti” diventando meno patogeno ed aggressivo, seppur probabilmente più diffusivo. La nostra speranza è che dopo il prevedibile calo in primavera-estate, non ci sia più una ripresa autunnale».

La Clinca d Malattie Infettive di Torrette, dal momento che le dosi di anticorpi monoclonali potrebbero terminare presto, visto che attualmente viene utilizzato solo il Sotrovimab dal momento che la variante Omicron nelle Marche è ormai arrivata al 100% di prevalenza, potrà consegnare ai pazienti Covid giunti per la somministrazione dei monoclonali, sia le confezioni di Molnupiravir, nel caso in cui i monoclonali non fossero disponibili, così come anche di Paxlovid: compresse che i pazienti assumeranno a casa. Questo perché sia i monoclonali che gli antivirali, vanno assunti precocemente entro i primi 5 giorni di malattia.