ANCONA – È sostanzialmente stabile l’indice Rt nelle Marche. Questa settimana il valore dell’Rt si attesta a quota 0,82, mentre la settimana precedente segnava 0,81. Il quadro epidemiologico nelle Marche continua a migliorare sul fronte della riduzione dei casi positivi rilevati, seppur con oscillazioni giornaliere, e nel carico ospedaliero.
Le Marche vedono la zona bianca sempre più vicina, anche se si prospetta una nuova settimana in zona gialla: la fascia bianca scatta con una incidenza di casi positivi al virus covid-19 rilevati inferiore ai 50 settimanali ogni 100 mila abitanti.
Intanto il carico ospedaliero continua a scendere. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva scende dal 20% al 16%, 4 punti percentuali in meno rispetto alla scorsa settimana e 14 punti percentuali sotto la soglia critica fissata al 30%. Ricoverate nei reparti di terapia intensiva delle Marche ci sono complessivamente 34 persone.
Anche in area non critica si registra un miglioramento: l’occupazione dei posti letto è scesa dal 16% all’11%, 5 punti percentuali in meno rispetto alla settimana passata e 29 punti percentuali sotto la soglia critica fissata al 40%. A livello nazionale la soglia di occupazione in terapia intensiva è del 14%, in area non critica del 13%.
L’ospedale regionale di Torrette verso il ritorno alla normalità
Agli Ospedali Riuniti di Ancona il quadro continua a registrare un sensibile miglioramento. «Speriamo di essere ai titoli di coda – dichiara Michele Caporossi, direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona – , ma ancora abbiamo 7 pazienti in terapia intensiva, di cui 3 trattati con la circolazione extra corporea (Ecmo) e c’è ancora un impegno da parte dei due reparti di malattie infettive» (Clinica e Divisione).
«Finché non saremo a zero – prosegue – abbiamo ancora delle difficoltà legate ad una ripartenza complessiva della struttura. Ci stiamo lavorando affinché non perdiamo un giorno per ripartire su tutto, perché sappiamo che la cosa peggiore di questa pandemia è stata il ritardo che ha prodotto nelle diagnosi, nell’accessibilità delle strutture e nella propensione delle persone a sottoporsi a diagnosi e cura».
Effetti «da combattere con tutte le forze», intanto però «non ci sono nuovi accessi» in ospedale di pazienti positivi al virus, un dato positivo che fa ben sperare. Per tornare ai livelli di attività ospedaliera pre-covid (2019) secondo Caporossi «durante l’estate si comincerà già a vedere», complice un quadro in costante miglioramento.
Intanto la struttura ospedaliera pensa al piano ferie per gli operatori sanitari «stanchi e provati dopo un anno e mezzo» alle prese con l’emergenza sanitaria che ha travolto gli ospedali con una ondata senza precedenti di ricoveri, e quindi con una importante «necessità» di fermarsi.
Allo stesso tempo sarà necessario garantire una risposta alla presa in carico delle persone che a causa del covid non hanno avuto accesso alla diagnostica e agli interventi non urgenti: «Non chiuderemo mai, così come non abbiamo mai chiuso niente. Cerchiamo anzi di tornare a livelli alti – spiega – anche perché ci sono molte persone in attesa e a queste dobbiamo far fronte con una risposta pronta».