ANCONA – «Stiamo assistendo ad una notevole riduzione, non solo dei casi covid ospedalieri, ma anche di quelli sintomatici». A tracciare un quadro della situazione epidemiologica nelle Marche è il virologo Stefano Menzo. Negli ospedali della regione il livello di pressione si è notevolmente ridotto, sia nei reparti di terapia intensiva sia di area non critica. Ma a scendere sono anche i nuovi casi positivi rilevati: l’incidenza settimanale è in flessione e ha raggiunto quota 55 casi su 100mila abitanti, sotto i 50 scatta la zona bianca.
Insomma le Marche finalmente respirano. Un miglioramento, che come spiega il virologo è legato «all’effetto della vaccinazione, con prevalenza molto elevata nelle fasce della popolazione che prima si ammalavano, ovvero fragili e anziani, i quali sono ben coperti fino ai 70 anni di età».
Secondo il primario del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti tuttavia «ci sembra che l’epidemia stia scomparendo, ma in realtà nei giovani non si sta riducendo» un dato che non emerge perché «non sono state eseguite indagini specifiche su questa fascia della popolazione».
«L’epidemia – prosegue – sta circolando e forse si sta anche espandendo visto il rilassamento delle misure restrittive, però non ce ne accorgiamo e finché non si ammalano le persone anziane va tutto bene». Fondamentale secondo il professor Menzo vaccinare anche i giovani dai 16 anni in su.
«Tra un po’ chiuderanno le scuole e questo permetterà una vera riduzione dei contagi – afferma – ma è assolutamente importante riuscire a vaccinare i giovani prima della riapertura della scuole a settembre». Sulle scarse prenotazioni per la somministrazione dei sieri anti-covid negli over 40, il virologo sottolinea «è un peccato, perché anche se è vero che se queste categorie non si vaccinano non ci saranno una grande mortalità e morbidità in queste fasce d’età, ma ci saranno pur sempre dei casi».
«Bisogna far capire che la vaccinazione non avviene solo per proteggere se stessi ma anche gli altri – fa notare – , tutta la società, questo vale per i giovani e a maggior ragione per i 40enni». Il rischio è che se non si raggiungerà un buon livello di immunizzazione di massa l’epidemia continuerà a circolare, «più sottotraccia, ma ci sarà sempre un “rumore” di sottofondo che farà si che qualcuno prima o poi si ammali e questo è poco accettabile visti i mezzi e le potenzialità che abbiamo».
Nelle Marche domani – 30 maggio – si aprono le prenotazioni per le persone dai 16 anni in su con comorbilità, ma il Commissario Figliuolo ha già annunciato che dal 3 giugno le Regioni potranno aprire le somministrazioni a tutti.