ANCONA – Il Covid-19 non è più una emergenza globale. Lo ha dichiarato l’Organizzazione mondiale della sanità, Oms, che ha sancito così, a più di tre anni dall’avvio dell’emergenza internazionale (dichiarata il 30 gennaio 2020), la fine simbolica della pandemia che nel marzo 2020 aveva causato un lockdown, sconvolgendo le abitudini di vita degli italiani, e uccidendo nel mondo almeno 7 milioni di persone, nelle Marche 4.431 morti (dato aggiornato a venerdì 5 maggio).
«Il virus continua e continuerà a circolare in futuro- dice il virologo Stefano Menzo – ma non fa più paura come prima e ormai è una infezione derubricabile al pari delle altre, in quanto, nella fase attuale, solo raramente c’è un coinvolgimento polmonare».
«Questo non dipende dal fatto che il virus è diventato più ‘buono’ – spiega – ma perché la popolazione è ormai immunizzata, tra infezione naturale e vaccinazione. Tra le persone fragili, però, si continuerà ad osservare una certa mortalità, come avviene anche con l’influenza stagionale». Secondo il professor Menzo, direttore del Laboratorio di Virologia dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, la vaccinazione anti-Covid è tutt’ora raccomandata «per le persone anziane e immunocompromesse, per mantenere alta la capacità di risposta all’infezione. Vaccinarsi ogni sei mesi – conclude – riduce la probabilità di infezione grave».
Secondo l’infettivologo Andrea Giacometti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, «con il Covid-19 ormai dobbiamo conviverci, come conviviamo con l’influenza stagionale. Il coronavirus fa parte della platea di virus che circolano e quindi era giusto decretare il termine dell’emergenza globale – però – spiega – è giusto mantenere atteggiamento di prudenza in alcuni ambienti, come ospedali ed Rsa».
«Dobbiamo comportarci come fanno i Giapponesi- aggiunge l’infettivologo – che portano sempre con loro le mascherine per difendersi dall’inquinamento: per le persone fragili e immunodepresse la mascherina è consigliata negli ambienti affollati, come anche nei mezzi di trasporto pubblico».
Il professor Giacometti fa infatti notare che nelle ultime settimane, specie nell’anconetano e nel pesarese, «c’è stato un incremento dei casi Covid, segno che il virus ancora è tra noi». Il reparto diretto dal professor Giacometti è ormai Covid free, mentre in Divisione di Malattie Infettive sono ricoverate due persone.