ANCONA – Sono tornati operativi da oggi gli operatori sanitari sospesi perché non vaccinati contro il Covid, in seguito all’eliminazione dell’obbligo anticipata dal nuovo governo dal 31 dicembre al 1 novembre. All’ospedale regionale di Torrette sono 31 i sanitari sospesi, tra medici, infermieri, Oss, tecnici e amministrativi a fronte dei 107 complessivamente sospesi dall’avvio dell’obbligo di Super Green pass e vaccinale: un numero che con il corso del tempo si è via via assottigliato, perché alcuni nel frattempo hanno scelto di vaccinarsi, altri hanno contratto il virus, mentre altri ancora erano a tempo determinato ed è cessato il contratto.
«Da oggi (2 novembre) rientrano in possesso dei diritti e della retribuzione – spiega Antonello Maraldo, direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche – la normativa supera la necessità di preventiva comunicazione degli ordini professionali per cui dal 2 novembre sono riammessi in servizio i dipendenti che non si erano vaccinati. Abbiamo invitato coordinatori e primari di ogni struttura a prendere contatto con questi lavoratori per organizzare il rientro, che per alcuni è già avvenuto oggi, per altri avverrà nei prossimi giorni. L’Azienda, come sempre rispettosa degli obblighi di legge, ha dato immediata applicazione alla normativa del governo».
Per quanto concerne la visita medica preventiva alla riammissione in servizio, tema oggetto di dibattito, Marlado, spiega che anche in questo caso «è superata dalla normativa avendo approfondito con gli organi tecnici preposti alla sorveglianza sanitaria, in particolare il medico competente».
Si dice «emozionato per il rientro» Enzo Palladino, infermiere non vaccinato e sindacalista LaISa, che dal 3 novembre torna all’endoscopia digestiva dell’ospedale regionale di Torrette dopo 14 mesi di sospensione senza retribuzione. «Riacquisto parte della mia vita – spiega – per me fare l’infermiere è una passione di cui sono stato privato, oltre al danno economico legato alla sospensione senza retribuzione».
Palladino spiega «di essersi sentito perseguitato, ma le morti Covid non dipendono certamente dai sanitari non vaccinati. Vogliamo la verità e se la Corte Costituzionale dovesse sancire, come speriamo, l’illegittimità dell’obbligo vaccinale, chiederemo indennizzi non solo economici, ma anche per il danno di immagine perché per alcuni siamo stati quasi dei delinquenti a non vaccinarci».
Dal governo, aggiunge, «ci aspettiamo una celere istituzione di una commissione d’inchiesta che faccia luce su quanto accaduto». L’infermiere sindacalista che nel frattempo ha perso 29 kg, racconta di aver avuto solidarietà da parte di molte persone: «Alcuni mi hanno prestato soldi per andare avanti, altri mi hanno aiutato facendo la spesa o invitandomi a mangiare a casa loro. Ho ricevuto più ammirazione di quanto potessi pensare – dice – ci sono delle persone che mi hanno detto che per loro sono stato un esempio, parole che mi hanno emozionato perché a me è sembrato logico lottare per ciò in cui credo».