Ancona-Osimo

Covid, rincari e guerra: Pasqua da calma piatta negli hotel. Federalberghi: «Un 15% degli stagionali non riapriranno»

Il presidente regionale di Federalberghi lamenta la crisi e spiega che con i rincari registrati nell'ultimo periodo il settore si vede costretto ad aumentare le tariffe almeno di un 20%

ANCONA – La pandemia con i contagi in rialzo e i rincari energetici stanno mettendo in crisi gli albergatori marchigiani. Il settore è provato da crisi e chiusure, e anche le prenotazioni per il periodo pasquale al momento sono da calma piatta. «Si sta muovendo qualcosa per le prenotazioni per il periodo dal 25 Aprile in avanti, però per Pasqua siamo ancora molto indietro rispetto ai valori pre-Covid del 2019» spiega Emiliano Pigliapoco, presidente regionale di Federalberghi, nel sottolineare che «sicuramente un 15% delle strutture stagionali presenti nella regione non riapriranno per Pasqua», nell’attesa di periodi migliori con maggior afflusso come fine aprile o i primi di maggio.

Anche le strutture aperte tutto l’anno sono in affanno «perché con la pandemia che ha diminuito il giro di affari anche l’afflusso legato al business si è ridotto, mentre le bollette di luce e gas sono quasi triplicate, riducendo ancora di più i nostri margini di guadagno». A mettere in croce i gestori degli hotels marchigiani è anche «il rialzo dei contagi» spinti dalla variante Omicron: «Siamo tutti preoccupati».

Emiliano Pigliapoco, presidente regionale Federalberghi

«Nel 2020 abbiamo iniziato a lavorare a metà luglio – ricorda – , nel 2021 i primi di giugno, mi auguro che quest’anno si possa iniziare a lavorare per il ponte del 25 Aprile. Di contro c’è di bello che le prenotazioni per la stagione estiva stanno arrivando, questo fa ben sperare, purtroppo però mancheranno i paesi dell’Est coinvolti nel conflitto: nella mia struttura avevo stretto un accordo con un tour operator russo che portava negli ultimi anni delle comitive, quest’anno con lo scoppio della guerra in Ucraina purtroppo non ci saranno».

Il presidente di Federalberghi spiega che il mercato russo «stava incidendo nelle Marche tra il 10 e il 15%» una quota «che era in forte sviluppo per i voli organizzati tra l’aeroporto di Falconara e le città russe che stavano avendo un buon impatto, poi il nostro territorio piaceva ai russi, quindi si registrava un aumento».

Una quota in crescita ma ancora non significativamente rilevante perché, come osserva Federalberghi, «il nostro forte sono i tedeschi che ci saranno sicuramente: mi auguro che la pandemia anche per loro sia una pagina chiusa».

Una mix, quello tra pandemia, rincari e guerra, che potrebbe spingere gli albergatori al ritocco dei prezzi. «Con questi rincari le tariffe che abbiamo già applicato dobbiamo rivederle, non possiamo dare quelle che avevamo impostato a novembre o dicembre, ci troviamo in difficoltà e costretti ad aumentare le tariffe minimo del 20%».