Ancona-Osimo

#covidinstrada, Luminari (Tenda di Abramo): «Serve un Piano freddo per accogliere i senzatetto»

Ad Ancona, invece, l’assessore Capogrossi assicura che «i posti disponibili ci sono. Offriamo servizi dignitosi, dall’accoglienza alla mensa»

#covidinstrada

ANCONA – Un “Piano freddo” per le persone senza dimora e un maggior sostegno a tutte le realtà che se ne prendono cura. È quello che continuano a chiedere le associazioni e i soggetti che, da anni, si occupano della gestione di case di accoglienza e dei servizi rivolti ai senzatetto. «Abbiamo chiesto più volte  – spiega Francesco Luminari, presidente dell’associazione Tenda di Abramo – di passare dall’emergenza freddo ad un piano freddo organizzato e coordinato fra istituzioni, associazioni e privati. A causa della pandemia e in mancanza di appoggi e riferimenti  istituzionali, molte strutture delle Marche hanno sospeso l’accoglienza o comunque limitato le attività ordinarie. Il nostro obiettivo è non lasciare in strada nessuno, ancor più in questo periodo di emergenza sanitaria».

Per promuovere l’accoglienza e sensibilizzare le persone su questo tema, recentemente alcune associazioni tra cui Tenda di Abramo e RiBò Unità di Strada, hanno organizzato #covidinstrada: con dei manifesti hanno cercato di sintetizzare e rappresentare le maggiori difficoltà delle persone senza dimora in questo tempo di emergenza sanitaria e freddo intenso. “Con la pandemia siamo doppiamente invisibili”; “Se non ho medico di base …chi ma fa la ricetta per il tampone?”; “Sono senza dimora … dove la svolgo la quarantena preventiva?”, sono solo alcuni dei messaggi scritti.

«La Tenda di Abramo ha sospeso l’attività di accoglienza, per la prima volta, dal 15 marzo al 13 luglio. In quel periodo – racconta Luminari – abbiamo ospitato le persone negli alberghi. Poi abbiamo riaperto il 13 luglio e, per per la prima volta in 30 anni, siamo stati aperti anche ad agosto. Poi purtroppo abbiamo dovuto sospendere nuovamente l’accoglienza il 21 ottobre, quando ci è arrivata una telefonata dall’ospedale di Torrette che ci ha comunicato che un nostro ospite era risultato positivo. Quel giorno, dopo tantissime chiamate, abbiamo sistemato gli altri ospiti in un albergo perché dovevano fare la quarantena e abbiamo pensato noi a tutto. Ad oggi non abbiamo mai lasciato nessuno per strada. Inoltre la Tenda di Abramo è aperta tutti i giovedì per la preparazione dei pasti che diamo agli amici dell’Unità di Strada che escono, e due volte alla settimana c’è il servizio docce».

La pandemia ha moltiplicato le problematiche legate all’accoglienza dei senza fissa dimora e, in un due lettere inviate già a novembre alla Regione, la Caritas Marche e le associazioni di volontariato avevano chiesto un incontro per affrontare la questione. In particolare la Caritas regionale aveva chiesto un incontro «con le istituzioni competenti sul tema dell’accoglienza per persone senza dimora in situazione di positività covid-19 o di quarantena che, viste le normative introdotte per la gestione delle case di accoglienza, non trovano strutture disponibili». Dal marzo 2020 a novembre le Caritas delle Marche hanno effettuato più di 60mila interventi, rivolti a quasi 10mila persone. Il 42% di queste persone sono donne e il 45% sono cittadini italiani. Il totale degli interventi sono stati rivolti per il 23% a persone senza dimora, per il 93% collocate nelle zone costiere dei territori delle diocesi di Ancona-Osimo, Pesaro, San Benedetto del Tronto,Senigallia e Fermo. Gli interventi di erogazione di beni alimentati sono stati 46mila, gli accessi agli empori della solidarietà sono stati 6mila. Più di 50mila i pasti da asporto distribuiti in tutta la regione.

In una successiva lettera, le associazioni di volontariato avevano segnalato diverse problematiche, tra cui il fatto che «non esiste un percorso per poter effettuare i “tamponi” alle persone senza dimora che devono accedere alle strutture di accoglienza», ma anche che «in alcuni casi viene chiesto alle strutture di ri-accogliere persone positive al Covid (ad esempio nel caso di senza dimora positivi ma asintomatici) ed è facilmente intuibile come ciò non sia possibile per evidenti ragioni di idoneità». Inoltre le associazioni avevano sottolineato che «occorre prevedere luoghi dedicati per le quarantene anche dei senza dimora che siano negativi al covid ma che siano stati a “stretto contatto”». Vista la drastica riduzione di posti disponibili presso le strutture di prima accoglienza delle Marche, le associazioni avevano chiesto «un tavolo di confronto con le istituzioni, lo stanziamento di appositi fondi per l’apertura e la gestione di strutture di accoglienza, la stesura di un piano regionale per un’accoglienza diffusa nel territorio regionale». E ancora «l’individuazione di soggetti che facciano da riferimento dal punto di vista sanitario e, sull’esempio dei “Covid-Hotel”, l’attivazione di luoghi che permettano, ai senza dimora, la quarantena e il successivo inserimento, in sicurezza, nelle strutture disponibili».

Nel frattempo, a fine gennaio, l’Ambito territoriale sociale 12 e i Comuni che ne fanno parte (Falconara Marittima, Agugliano, Chiaravalle, Camerata Picena, Montemarciano, Monte San Vito e Polverigi) hanno deciso di finanziare il fondo per il progetto “Emergenza Freddo” per i senza dimora. L’importo stanziato è di 10mila euro e il progetto, portato avanti insieme alla Tenda di Abramo e all’Unità di strada di Falconara – Ribò, prevede che le persone che non hanno una casa vengano accolte in alberghi e pensioni, data l’impossibilità di ospitarli nelle strutture d’accoglienza a causa dell’emergenza sanitaria. Fino ai primi mesi del 2020 nei periodi più freddi è stato aperto un ulteriore rifugio ricavato nei locali di via Friuli della parrocchia di San Giuseppe, a Palombina Vecchia, soluzione che quest’anno non può essere attuata sempre per le limitazioni dettate dalle norme anti-contagio.

La somma di 10mila euro che, negli scorsi anni veniva coperta con finanziamenti regionali (per il 2021 la fonte di finanziamento non è stata ancora individuata), sarà messa a disposizione in gran parte dallo stesso Ambito 12, mentre per la parte residuale sarà coperta da stanziamenti dei singoli Comuni. «È un finanziamento importante che ci permette di fare un passo in avanti per passare da un’emergenza freddo ad un piano freddo», commenta Luminari.

Emma Capogrossi

Diversa la situazione ad Ancona, con l’assessore ai Servizi Sociali Emma Capogrossi che assicura che «i posti disponibili per i senzatetto ci sono. Offriamo loro una serie di servizi dignitosi, dall’accoglienza alla mensa». La struttura di accoglienza “Un  Tetto per tutti” in via Flaminia è stata chiuso a settembre per lavori di ristrutturazione, ma l’assessore spiega che «non abbiamo mai interrotto il servizio di accoglienza che abbiamo continuato a svolgere nell’albergo Cantiani e in una struttura vicina, sempre di proprietà dell’albergo, con camere a due-tre letti. I posti disponibili ci sono e, probabilmente, siamo tra i pochi nella regione a gestire l’accoglienza in maniera strutturata. Ogni volta che accogliamo una persona nuova le facciamo fare la quarantena, prima di sistemarla in una stanza a due letti».

Durante il lockdown, «abbiamo gestito 70 persone, grazie alla rete di contrasto alla povertà con cui lavoriamo (ne fanno parte Caritas, suore di padre Guido, servizio di strada, etc). Il piano freddo per l’anno 2020-2021 lo abbiamo adeguato per l’emergenza covid e l’accoglienza viene garantita 365 giorni all’anno. Per il periodo dicembre-marzo abbiamo incrementato il numero dei posti e possiamo ospitare massimo 40 persone. In questo momento ospitiamo 23 persone. I posti disponibili quindi ci sono». Per la Capogrossi, «il problema vero è un altro. Le persone che ad esempio dormono alla stazione marittima sono prevalentemente stranieri che arrivano sul nostro territorio in maniera autonoma. Finché non si recano nell’ufficio immigrazione della Questura per il fotosegnalamento o la richiesta di protezione, risultano irregolari e non possono accedere ai servizi che sono a disposizione sul territorio».

La Capogrossi assicura anche che nell’albergo Cantiani ci sono «alcune camere destinate all’isolamento per la quarantena e abbiamo una convenzione con Caritas che consegna i pasti direttamente nella struttura a chi non si può muovere. A dicembre è stata inaugurata anche la nuova mensa per i poveri in una tensostruttura allestita davanti al Tetto per Tutti, che offre oltre 200 pasti al giorno, e nell’ambito del progetto finanziato dalla Fondazione Cariverona, presto effettueremo i tamponi a coloro che accogliamo e a chi frequenta la mensa».

Simone Breccia

La mensa è gestita dalla Caritas e ha questo tipo di funzionamento: la Mensa del Povero e la Mensa Ferretti continuano a preparare i pasti, rispettivamente a pranzo e a cena. I pasti vengono poi trasportati nella tensostruttura, e in parte sono consumati sul posto e in parte continuano ad essere prelevati per l’asporto. «La mensa ospita 54 persone che possono mangiare a pranzo e a cena, sedute e al caldo. I volontari ci sono – spiega Simone Breccia, direttore della Caritas Ancona-Osimo – e vengono preparati più di 200 pasti ogni giorno tra pranzo e cena. Prima di accedere alla mensa, viene rilevata la temperatura a coloro che si fermano per mangiare. Al momento non abbiamo registrato persone con febbre. Inoltre, anche se non abbiamo una struttura di prima accoglienza, ci sono arrivate diverse richieste e abbiamo assistito le persone sistemate in hotel, con la consegna dei pasti».