«Contenti a metà» è il commento dell’avvocato Corrado Canafoglia che rappresenta l’Unione Nazionale Consumatori, l’associazione Dipendiamo Banca Marche, oltre agli azionisti privati Banca, ovvero una schiera di oltre 3000 persone che hanno visto dissolversi i risparmi di una vita.
Tirano un sospiro di sollievo i tre sindaci, difesi dall‘avvocato Salvatore Santagata. «Un’assoluzione piena e doverosa dal momento che non sono mai stati presi in considerazione come possibili autori dei reati e quindi non dovevano essere coinvolti nel processo – sostiene Santagata – La Procura, all’esito delle indagini preliminari, ha messo in piedi un fascicolo di 285 mila e 800 pagine che noi abbiamo pagato quasi 20 mila euro. In queste pagine non c’erano tutti i verbali delle riunioni del collegio sindacale perché nè i consulenti tecnici e neppure la polizia giudiziaria hanno mai preso questi verbali. Questo perchè sin dall’inizio i sindaci non sono mai stati presi in considerazione come possibili autori di questi reati. Poi però, stranamente, all’ultimo, quando il capo di imputazione passa da appropriazione indebita a bancarotta fraudolenta, allora in quel preciso istante, siccome nella norma fallimentare si citano come possibili autori del reato anche i sindaci, la Procura iscrive i sindaci. Ma in realtà negli atti di indagine non c’è un solo atto a carico del collegio sindacale. I verbali delle riunioni del collegio sindacale li ho prodotti io con la mia memoria difensiva, proprio perché con quelli si dimostra l’assoluta competenza, capacità e onestà dei sindaci». Che conclude: «Fortunatamente il dottor Cimini ha dimostrato non solo grandi capacità ma soprattutto una grandissima onestà intellettuale».
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