Ancona-Osimo

Criminalità e terrorismo, il questore di Ancona: «Intensificare scambio informativo tra Forze di Polizia»

Il questore Capocasa nell'ambito di una riflessione sulla situazione e sui fenomeni che rischiano di radicalizzarsi nelle Marche, accende i riflettori sui tre grandi temi

Il questore di Ancona Cesare Capocasa

ANCONA – «Sarebbe auspicabile realizzare specifiche linee di azione che prevedano una intensificazione dello scambio informativo tra le Forze di Polizia, anche con l’ausilio di specifiche piattaforme informatiche per il monitoraggio dei settori sensibili». Lo afferma il questore di Ancona Cesare Capocasa nell’ambito di una riflessione su criminalità organizzata, terrorismo e ordine pubblico nelle Marche.

Il questore fa notare che in un momento in cui «l’economia legale sta subendo e continuerà a subire uno shock significativo, si sono delineati due scenari, da un lato il tessuto economico ed imprenditoriale accusa forti negatività, molte aziende in crisi costituiscono un forte interesse per le organizzazioni criminali che dispongono di rilevanti quantitativi di denaro, dall’altra parte il tentativo delle mafie di intercettare i flussi di denaro del PNNR».

Per Capocasa occorre che l’azione di contrasto avvenga «attraverso l’analisi del fenomeno, che presuppone una corretta, coordinata e costante globalità di scambio di informazioni e una strategia di cooperazione e condivisione per fronteggiare le possibili infiltrazioni nel tessuto economico-finanziario post emergenziale anche attraverso software che consentano un’analisi predittiva di scenario in grado di anticipare i rischi legati alla minaccia. Ormai la dimensione del fenomeno è internazionale e la risposta deve essere globale».

«Anche se allo stato l’economia della nostra regione non sembra essere stata ancora attenzionata dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso – prosegue – seppure fortemente debilitata e fagocitata, non dimentichiamo che in alcune regioni del Nord Italia come l’Emilia Romagna, il Piemonte e la Lombardia, dove queste fenomeni sembravano lontani, si sono ritrovati individui con le valigette piene di soldi che imprenditori locali hanno visto come una opportunità per dare ossigeno a determinati settori che non riuscivano a sopravvivere tramite i circuiti di credito legali».

Sul fronte del terrorismo il monito del questore è quello a porre attenzione sulla radicalizzazione del fenomeno «che proviene principalmente dalle carceri e dal web, luoghi ove dovrebbero realizzarsi le misure di prevenzione necessarie a prevenire il fenomeno che, pur meno diffuso che in altri paesi, non ci consente sottovalutazioni. Contrasto sul web ma anche con azioni di ingaggio positivo sul territorio, con il lavoro congiunto del mondo della scuola, dell’associazionismo, della Comunità Islamica in Italia e della società civile».

Secondo Capocasa, l’attività di prevenzione e contrasto del terrorismo, «non può essere solo prerogativa delle unità antiterrorismo, seppur molto efficiente, ma necessita di uno sforzo collettivo che aumenti l’integrazione e riduca i fenomeni di isolamento ed emarginazione. Al momento il rischio latente è rappresentato dai lupi solitari o persone particolarmente fragili. Il caos in Afghanistan, la fuga da Kabul di migliaia di profughi richiama la possibilità di infiltrazioni e quindi la necessità di monitorare gli arrivi in Italia per scongiurare significative minacce per il nostro Paese».

Altro tema caro al questore è quello dell’ordine pubblico: «In questo contesto di emergenza sanitaria, economica e sociale, in cui registriamo nella popolazione stanchezza, smarrimento e difficoltà psicologica, particolare attenzione deve essere riposta nella gestione dell’ordine pubblico. Dobbiamo essere garanti della legalità e sensibili interpreti del disagio. Le tensioni sociali che esprimono le piazze di tutto il Paese – prosegue – , richiedono una gestione all’insegna del dialogo, della comprensione e dell’empatia, evitando esercizi muscolari in un’ottica di contrapposizione, a garanzia della libertà di manifestare nel rispetto della legge, ma attenzionando con assoluto rigore le derive estremiste che incidono in modo preoccupante sulle proteste di piazza».

Inoltre sottolinea che sulle chat «gli attivisti invitano ad azioni dimostrative, gambizzazioni, fucilazioni, impiccagioni, blocchi stradali oltre all’uso dell’acido contro la Polizia. Tra le sedici città coinvolte nella recente operazione della Digos e della Polizia Postale di Torino figura anche Pesaro, dove un dipendente ospedaliero istigava all’odio e alla violenza su Telegram».

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