ANCONA – Era in corso una partita di calcio a 7 quando l’arbitro primo lo ha ammonito e poi lo ha espulso. Lui, Luca Frapiccini, giocatore recanatese che ha militato in diverse squadre di categoria nel Maceratese, oggi 35enne, si era innervosito e aveva tirato un calcio ai genitali dell’arbitro, un 40enne di Osimo. Oggi, al tribunale dorico, è arrivata la condanna del giudice Alberto Pallucchini, ad un anno e sei mesi – pena sospesa – per il calciatore (il pm Cinzia Servidei aveva chiesto 9 mesi) che in aula ha ammesso il fallo ma non la gravità della lesione che avrebbe provocato all’arbitro.
«Ho fatto un gesto sbagliato – commenta il calciatore dopo la sentenza – ho sempre giocato a calcio, in diverse categorie, ma non mi sono mai compromesso. Doveva succedermi in torneo amatoriale. All’arbitro avrei voluto chiedere scusa, subito dopo, ma non credevo di avergli provocato una lesione grave. Finita la partita mi ero fatto la doccia e sono andato via. Dopo è arrivata la denuncia». L’episodio che ha portato a processo il giocatore per lesioni aggravate risale a marzo 2015. Ad Osimo Stazione era in corso una partita tra Riserve e Atletico Bellezza. Il 35enne, dopo dieci minuti di gioco, era stato ammonito per un fallo. Contestó la decisione all’arbitro che tiró fuori il cartellino rosso per l’espulsione. È in quel contesto che il 35enne tiró il calcio ai genitali dell’arbitro che comunque proseguì la partita. Difeso dagli avvocati Olimpia Frapiccini e Simone Valenti i legali hanno annunciato il ricorso in appello. «L’episodio c’è stato – sottolinea l’avvocato Frapiccini – ma non grave come è stato descritto dalla parte offesa. Il calcio lo colpì di striscio e l’ospedale diede 15 giorni di prognosi. Poi il medico dell’arbitro diede invece 85 giorni perché l’ematoma al testicolo non si sarebbe assorbito». Il giudice ha rimandato in sede civile il risarcimento danni che l’arbitro, rappresentato dall’avvocato Riccardo Leonardi, ha quantificato di 50mila euro.