ANCONA – Maltrattamenti fisici e psicologici alla compagna, vessata anche da parte dei genitori di lui, i suoceri. Situazione che non si è arrestata neanche con la nascita del figlio della coppia. Anzi: la presenza del neonato ha fatto nascere nei suoceri un sentimento vessatorio tanto da permettere alla giovane di avvicinarsi al figlio solo per allattarlo. Tre le misure cautelari emesse nei confronti del compagno e dei genitori. L’attività investigativa è stata condotta dalla Squadra Mobile di Ancona e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona.
I fatti
La vicenda trae origine dalle denunce sporte dalla parte offesa che ha avuto una relazione sentimentale con il giovane coetaneo. Relazione da cui pochi mesi fa è nato un figlio. Durante l’esposizione dei fatti, la ragazza ha denunciato i continui maltrattamenti fisici e psicologici da parte del compagno e atteggiamenti vessatori da parte di entrambi i suoceri soprattutto sulla gestione del bambino. L’intera famiglia infatti considerava il bambino come di propria appartenenza, cercando di estromettere del tutto la madre ed i suoi parenti dalla gestione: ad esempio permettevano alla mamma di avvicinarsi al figlio solo durante l’allattamento al seno; oppure non permettevano alla giovane di consultare un medico pediatra per le necessità del caso, in quanto gli stessi si arrogavano la presunzione di provvedere al minore anche per problemi di salute.
I continui litigi, maltrattamenti e lesioni commessi anche durante lo stato di gravidanza, hanno costretto la vittima a lasciare l’appartamento dove conviveva con il suo compagno e i genitori di questo ma, a seguito di questa decisione, entrambi i suoceri hanno cercato la giovane e, una volta raggiunta sia a casa di sua madre che a casa dei nonni materni, perpetravano in concorso tra loro atteggiamenti persecutori anche nei confronti di questi. A seguito di tali gravi eventi, la parte offesa veniva collocata insieme a suo figlio di pochi mesi presso una struttura protetta. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire i fatti culminati con l’emissione della misura cautelare del divieto di avvicinamento e di comunicazione con qualsiasi mezzo a carico di tutti e tre gli indagati, nei confronti non solo della parte offesa, ma anche dei suoi familiari.
La conclusione
Il Giudice per le indagini preliminari ha emesso tre misure cautelari del divieto di avvicinamento e di comunicazione con ogni mezzi a carico dei tre soggetti appartenenti alla stessa famiglia (padre, madre e figlio) ritenuti responsabili dei reati commessi a vario titolo di minacce, lesioni e maltrattamenti aggravati, nonché inosservanza degli obblighi familiari (a carico del figlio della coppia) e dei reati di atti persecutori commessi in concorso dai genitori di quest’ultimo sia ai danni della parte offesa, che dei parenti di questa.