ANCONA – Riporta a casa il figlioletto con un graffio al naso e la ex moglie lo fa finire a processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni. «Lo ha preso a pugni e gli ha deviato il setto nasale», aveva sostenuto la donna che aveva fatto partire una denuncia aggiungendo che le violenze domestiche erano avvenute anche prima, durante il matrimonio, a spese sue e di altri due figli più piccoli della coppia. Un calvario durato 5 anni per un papà che durante l’iter giudiziario si è visto sospendere anche la patria potestà dei tre figli. Poteva vedere i bambini solo con incontri protetti. Ieri l’uomo, 48 anni, libero professionista, difeso dagli avvocati Paolo Sfrappini e Andrea Michetti, è stato assolto con formula piena dal giudice Francesca De Palma. Anche il pm Francesca Sbriccoli, sentite le testimonianze e analizzati gli atti in mano, aveva chiesto l’assoluzione. A scagionarlo dalle accuse è stata una lastra fatta due anni prima al bambino e che comprovava che il setto nasale lo aveva dalla nascita. Una caratteristica comune anche ad altri parenti in famiglia. Non c’era stato quindi nessun pugno.
L’incubo per il 48enne è iniziato nel 2013. Si era già separato dalla moglie, una 45enne anconetana, quando un pomeriggio ha riportato a casa il figlio che all’epoca aveva 11 anni. Il naso era ferito e la donna accusò l’ex che lo aveva picchiato. Partì così la denuncia per lesioni e maltrattamenti, arricchita anche di altre accuse che la ex moglie aveva sostenuto sempre contro l’ex marito. La donna aveva dichiarato di aver subito umiliazioni e percosse, così come anche altri due bambini nati sempre dal matrimonio. Il caso finì in tribunale con il 48enne che si è ritrovato imputato per lesioni e maltrattamenti senza più la patria potestà dei tre figli. Nella denuncia la donna aveva sostenuto che aveva portato il figlio, tornato a casa con il naso ferito, anche in ospedale e da un otorino. Durante il processo però non c’è stato un riscontro delle visite mediche che provassero le lesione del bambino. Dopo la sospensione della patria potestà, decisa dal tribunale dei Minori, degli psicologi erano stati incaricati di sentire i figli della coppia (la sospensione era stata inflitta anche alla madre in sede di processo) e anche attraverso loro non era emerso che il 48enne maltrattasse i figli e tanto meno li picchiasse.
La difesa si era rivolta anche ad un fotografo antropometrico, che studia la morfologia del viso, per dimostrare che non c’era stato nessun pugno al bambino. Sempre secondo la difesa le accuse fatte contro il 48enne erano state fatte solo per dispetto dalla ex coniuge i cui rapporti tra i due erano finiti male. Ma la prova del nove è stata una lastra, fatta due anni prima sull’11enne e che ha dimostrato come il setto nasale era una caratteristica che il bambino aveva dalla nascita. La difesa ora chiederà il trasferimento degli atti in procura per procedere contro la ex moglie per calunnia. «Amo i miei figli – commenta il papà assolto – non farei mai loro del male. Questi anni sono stati un incubo per me». Il 48enne ora, con l’esito della sentenza, chiederà di riavere la patria potestà sui figli che nel frattempo sono stati affidati temporaneamente ad una famiglia e ad una comunità di affido.