Ancona-Osimo

“Pamela grida giustizia”, protesta silenziosa ad Ancona per il riesame di Oseghale (LE FOTO)

La mamma della 18enne trovata a pezzi in un trolley, a Pollenza, è arrivata insieme agli amici della ragazza, con degli striscioni per dare voce alla giovane uccisa mentre al Tribunale del Riesame si teneva l'udienza in cui la Procura ha chiesto di applicare il carcere al principale sospettato del delitto anche per violenza sessuale

A sinistra, Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro
A sinistra, Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro
Pamela Mastropietro
Pamela Mastropietro

ANCONA – Protesta silenziosa questa mattina, martedì 29, davanti al tribunale dorico, della mamma di Pamela Mastropietro e dei i suoi amici per l’udienza al Tribunale del Riesame di Innocent Oseghale, uno dei principali sospettati per l’omicidio della 18enne romana ritrovata a pezzi dentro ad un trolley, a Pollenza, il 31 gennaio scorso. La Procura maceratese ha chiesto la custodia cautelare in carcere anche per l’accusa di violenza sessuale ma il gip l’aveva rigettata. Così il ricorso al Riesame dove questa mattina è arrivato il nigeriano di 29 anni (la competenza distrettuale è Ancona) accompagnato dalla polizia penitenziaria, accusato di omicidio volontario, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere e spaccio di droga. Il giudice ha 5 giorni per decidere.

L'avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela
L’avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela

Intanto la mamma di Pamela, Alessandra Verni, lo zio della giovane uccisa, l’avvocato Marco Valerio Verni e tutti gli amici arrivati ad Ancona continuano a chiedere giustizia. L’avvocato Verni ha parlato per conto della mamma di Pamela che ha preferito rimanere in silenzio. «Crede nella giustizia  – ha detto lo zio di Pamela – ed è qui per testimoniare questo. Spera che venga fatta giustizia a 360 gradi e che le indagini vengano svolte su tutti i fronti, principalmente sull’allontanamento dalla comunità della Pars. Vogliamo che chi ha compiuto questo delitto sia assicurato alla patrie galere». Oseghale ha lasciato il tribunale attorno alle 11.30 per tornare in carcere dove è detenuto. Tra gli striscioni della protesta silenziosa ce n’era uno con scritto: “Pamela grida giustizia e noi siamo la sua voce”.

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