Ancona-Osimo

Ancona, tir dalla Grecia con 18mila borse contraffatte: denunce e sequestri

L'agenzia delle Dogane e Monopoli e la Guardia di Finanza di Ancona intensificano il contrasto all'introduzione e vendita di beni contraffatti o non conformi agli standard di sicurezza

Ancona, tir dalla Grecia con 18mila borse contraffatte: denunce e sequestri
Ancona, tir dalla Grecia con 18mila borse contraffatte: denunce e sequestri

ANCONA – Nell’ambito della continua azione di controllo del territorio a tutela della legalità, i funzionari dell’Ufficio delle dogane e le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ancona hanno intensificato l’azione di contrasto all’introduzione ed alla vendita di beni contraffatti o non conformi agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea.

Porto Ancona, controlli

Durante le operazioni di controllo degli automezzi in ingresso sul territorio nazionale, è stato individuato un autoarticolato proveniente dalla Grecia, sospettato di introdurre in Italia merce illegale. Il controllo, condotto dai finanzieri del Nucleo Operativo del Gruppo di Ancona e dai funzionari doganali, ha portato al rinvenimento e al successivo sequestro di circa 18.000 borse riproducenti marchi ritenuti contraffatti destinate a una società italiana.

Le borse, già pronte per la vendita, sarebbero state immesse illegalmente in commercio. Tra il materiale sequestrato, figurano 3.390 articoli, che l’accusa ipotizza come contraffatti, e 14.215 prodotti risultati privi delle indicazioni obbligatorie previste dal Codice del Consumo. Anche il rimorchio utilizzato per il trasporto della merce contraffatta è stato sottoposto a sequestro.

Operazioni di sequestro di questo tipo, compiute in stretta sinergia tra l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Guardia di Finanza, «oltre a costituire un’importante testimonianza dell’efficacia della rete dei controlli a tutela dell’economia legale contro il fenomeno della contraffazione, rappresentano un prezioso presidio nei confronti della sicurezza dei consumatori finali, considerati i rischi connessi all’ignota provenienza dei prodotti acquistati», spiegano i due enti.

Gli autori del fatto sono stati denunciati all’autorità giudiziaria, affinché ne sia accertata con ogni garanzia di legge l’eventuale responsabilità con sentenza irrevocabile di condanna.