ANCONA- Un colpo secco e lo specchietto dell’auto veniva scheggiato: a quel punto appariva lui, la finta vittima che chiedeva all’automobilista soldi e chi non accettava di pagare il finto danno veniva minacciato.
L’ultimo episodio denunciato ai Carabinieri di Brecce Bianche è avvenuto domenica scorsa, 21 luglio, alle 10 di mattina nella zona degli Angeli di Varano: un anziano del posto percorreva tranquillamente la strada che l’avrebbe portata al mare quando ha sentito un duro colpo allo sportello della sua auto. Dopo pochi istanti ha visto una Renault Clio affiancarlo e da lì è iniziato il suo incubo.
La vittima ha consegnato immediatamente 50 euro che aveva nel portafogli e dopo poco, accompagnato ad uno sportello bancomat, ha versato ulteriori 200 euro alla famigerata coppia di delinquenti.
Di colpi così ne hanno compiuti decine, fino a ieri quando la coppia è stata bloccata dai Carabinieri di Brecce Bianche. Erano diventati l’incubo degli automobilisti, specie i più anziani, caduti nel raggiro della cosiddetta «truffa dello specchietto».
Avvicinavano le loro vittime facendole accostare con l’autovettura e «inventando» di essere stati urtati dalle stesse, tentavano di estorcere loro denaro e talvolta le minacciavano dicendo di appartenere a famiglie mafiose. Gli uomini della Stazione di Brecce Bianche hanno iniziato un’attenta attività d’indagine e sono riusciti a risalire alla Renault Clio. Fermati nel Cameranense un siciliano originario di Noto, residente a Siracusa, di 48 anni e sua moglie 40enne, sempre di Noto.
I due registrano una sfilza interminabile di precedenti specifici, con denunce e arresti in Lombardia, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. La coppia è stata deferita alla locale Procura per truffa in concorso e l’autovettura utilizzata per commettere questo genere di reato è stata sequestrata dai militari insieme all’asta telescopica che veniva utilizzata per colpire le autovetture interessate, simulando così la collisione tra gli specchietti.