CASTELFERRETTI – I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito al comune di Falconara tre sinopie del ciclo di affreschi della chiesa Santa Maria della Misericordia di Castelferretti, datati tra la metà e la fine del XVI secolo. Le sinopie (disegni preparatori degli affreschi), asportate dall’edificio religioso tra gli anni ‘60 e ’70, sono state sequestrate il 22 ottobre 2018 nell’abitazione di un restauratore di Urbino, dai Carabinieri del Nucleo TPC di Ancona coordinati dalla Procura della Repubblica di Pesaro.
Questa mattina, nella chiesetta, le sinopie sono state simbolicamente restituite alla città e sono state spiegate le fasi salienti dell’indagine. «Tutto è iniziato a settembre 2018 – ha spiegato il Sostituto Procuratore titolare dell’indagine, il dott. Giovanni Narbone – quando alla polizia giudiziaria è pervenuta una notizia sul rinvenimento di beni di interesse storico-artistico presso un soggetto. Subito è stata effettuata una prima perquisizione presso questo soggetto che ha dato esito positivo: sono stati trovati diversi beni e anche alcune fotografie delle tre sinopie. Da queste fotografie è dunque partita un’altra parte dell’indagine. È stato emesso un nuovo decreto di perquisizione nei confronti di un altro soggetto (un restauratore) e in quella occasione sono state rivenute le sinopie. A quel punto, attraverso la consultazione di cataloghi e varie fonti informative, si è cercato di capire da dove provenissero questi beni ed è stata ricostruita la vicenda».
Narbone ha spiegato che «inizialmente siamo partiti con l’ipotesi della ricettazione, ma poi abbiamo capito che il restauratore era stata l’unica persona in possesso dei beni. L’uomo aveva infatti ricevuto un incarico formale per il restauro di queste opere, intorno al 1968 circa, ma è stato trovato anche un preventivo per il restauro datato 1998 che il restauratore aveva presentato al Comune. Dopo questa data, non si è saputo più nulla, fino alla perquisizione avvenuta ad ottobre 2018. Il procedimento ormai è chiuso, l’8 marzo ho chiesto l’archiviazione. L’ultima notizia è datata 1998 e il reato è prescritto». «In tutti questi anni non è mai stata formalizzata alcuna denuncia di furto per le sinopie – ha sottolineato il Procuratore della Repubblica di Pesaro dottoressa Cristina Tedeschini – e la capacità dei Carabinieri di recuperare questi beni e restituirli è frutto di una professionalità straordinaria e di un grande amore per il patrimonio artistico».
«Le sinopie costituiscono il momento creativo dell’artista – ha spiegato Francesca Farina, storica dell’arte della Soprintendenza – e sono i disegni preparatori degli affreschi. Sono quelle parti che sarebbero state coperte per sempre e che, senza questi drastici restauri, non sarebbero mai venute alla luce. Il nome sinopia deriva da un’antica città, Sinope, che si trovava sul mar Nero, da cui proveniva questa terra rossa che poi mischiata ad acqua costituiva il pigmento utilizzato per tracciare il disegno. La cosa importante delle sinopie è che i disegni e i personaggi venivano fatti dall’artista, senza allievi o aiuti. Poi nella fase di realizzazione dell’affresco, nel secondo strato, le diverse mani si susseguivano, ma il momento creativo è nelle sinopie e, oggi grazie a questo recupero, abbiamo la possibilità di goderne. In una sinopia si vede un viso, nella seconda il volto di una santa, nella terza una serie di personaggi tra cui un angelo». In particolare nella terza sinopia, si possono vedere chiaramente i disegni dell’affresco centrale della chiesa raffigurante la Madonna: i segni che raffigurano l’angelo che sta incoronando la Vergine, la mano della Madonna e l’altro angelo in adorazione. «Questa chiesa deve essere valorizzata – dichiara il sindaco Stefania Signorini – e ho già parlato con l’assessore regionale alla Cultura Moreno Pieroni per una progettualità che dia visibilità a questa realtà importante della nostra comunità. Questo ritrovamento è l’occasione per accendere i riflettori sulla chiesetta e intraprenderemo tutte le strade per valorizzarla, magari anche tramite lo strumento dell’Art Bonus». Sulla futura collocazione delle tre sinopie, il Sindaco spiega che «stiamo valutando con la Soprintendenza un luogo sicuro che possa ospitarle».
«L’indagine è stata portata avanti da due ufficiali di polizia giudiziaria – racconta il Ten. Col. Carmelo Grasso, Comandante dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona – ed è stata importante la collaborazione con la Soprintendenza. Durante la perquisizione sono state trovate altre opere: una statua lignea raffigurante Cristo Risorto con mantello che dovrebbe provenire da una chiesa di Ancona; un lacerto di affresco raffigurante Madonna in Trono con Gesù Bambino, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Lucia, affidato alla Galleria Nazionale delle Marche ma che una volta probabilmente era conservato in una chiesa vicino a Civitanova; un dipinto, olio su tela, raffigurante San Martino a Cavallo, proveniente dalla zona del Montefeltro».