Ancona-Osimo

Sversamenti in mare, la Procura: «Trovati inquinanti con concentrazioni batteriche dannose per salute e ambiente»

Dopo la chiusura delle indagini e gli avvisi di garanzia a 12 persone tra dipendenti della Provincia, Multiservizi e Arpam, emergono dettagli sull'inchiesta che riguarda i litorali di Falconara e Palombina. Nel mirino dei magistrati anche il rilascio delle autorizzazioni agli scarichi fognari

ANCONA – Sversamenti in mare a Falconara e Palombina, i 12 indagati dell’inchiesta della Procura sono 7 dipendenti della Multiservizi Spa, 2 dipendenti della Provincia di Ancona e un dipendente dell’Arpam, l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Marche. Le ipotesi di reato contestate vanno dal delitto di inquinamento ambientale colposo al rifiuto di atti d’ufficio, sino al falso in atto pubblico.

Dopo la conclusione delle indagini (leggi l’articolo) e le prime notifiche agli indagati, i Carabinieri forestali del gruppo di Ancona stanno ultimando, su delega della Procura, gli avvisi di garanzia alle 12 persone ritenute responsabili dei numerosi sversamenti di acque reflue inquinate lungo la costa dei Comuni di Falconara Marittima e Ancona per il tratto di Palombina, che negli anni 2015 e 2016 hanno determinato numerosi divieti di balneazione disposti dalle Autorità competenti per periodi prolungati. Le indagini, coordinate dal procuratore capo facente funzioni Irene Bilotta, che ha anche avviato le attività investigative provvedendo a sequestrare una condotta occlusa da detriti, sono state dirette da un pool di magistrati composto dai Sostituti Procuratori Daniele Paci e Serena Bizzarri, e svolte dai Carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Ancona e della Stazione Carabinieri Forestale di Ancona.

Gli inquirenti hanno esaminato oltre 7.000 pagine, escusso decine di testimoni, effettuato misurazioni dei manufatti scolmatori più critici, analizzando anche la presenza di inquinanti sulle acque reflue e sulla battigia interessata dagli sversamenti.
Le complesse indagini hanno riguardato aspetti di carattere amministrativo connessi alle istruttorie di rilascio delle autorizzazioni agli scarichi, alla programmazione e pianificazione d’Ambito, ma sono state indirizzate anche alla verifica della funzionalità dei manufatti scolmatori, per i quali è stato anche nominato un ausiliario di PG. Ingegnere esperto nelle misure topografiche.

È stata inoltre verificata l’applicazione della normativa inerente la corretta informazione al pubblico, in occasione degli sversamenti, di competenza delle Autorità comunali, ed aspetti di carattere analitico, correlati con la presenza di inquinanti nelle diverse matrici ambientali.

Sul fronte degli aspetti di carattere amministrativo sono state riscontrate sostanziali difformità tra le procedure adottate per il rilascio delle autorizzazioni di alcuni manufatti scolmatori, rispetto alle normative vigenti, mentre per quanto concerne gli aspetti di carattere analitico e il rispetto delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni allo scarico, è stata riscontrata la presenza di inquinanti, stagnanti sulla battigia e sul suolo del litorale con concentrazioni batteriche tali da poter compromettere la salute pubblica e ambientale.

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