ANCONA – Entravano nelle chiese facendo finta di essere fedeli e devoti ma quando rimanevano soli uno faceva da palo e il compare rubava tutto ciò che c’era di oro: calici, coroncine, fregi, pissidi e anche uno spadino dell’800. A finire in manette nell’ambito dell’operazione “Pellegrinaggio criminale”, portata a termine dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale guidati dal maggiore Carmelo Grasso, con l’aiuto della Compagnia dei carabinieri di Osimo di Raffaele, Conforti e di quella di Senigallia diretta dal capitano Cleto Bucci, due siciliani domiciliati a Rimini.
Si tratta di Salvatore Rizzo, 34 anni, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici e Arturo Salvatore Caudullo, 55 anni, bidello in Romagna. Alla coppia i carabinieri contestano due furti commessi insieme a Senigallia nella chiesa della Maddalena, il 1 maggio di quest’anno e a Castelfidardo ai danni della chiesa Colleggiata Santo Stefano commesso il 23 marzo. A Rizzo sono contestati altri sei furti commessi uno sempre a Senigallia, alla cattedrale, il 26 aprile, uno a Pesaro alla chiesa San Cassiano (17 maggio) e quattro in Emilia Romagna tra Faenza (due), Imola e Piacenza. Ritrovata diversa refurtiva in un compro oro.
Proprio il negozio specializzato nell’acquisto di monili, collocato a Rimini, è stato determinante per chiudere il cerchio dell’indagine «lampo – ha sottolineato il pm Ruggiero Dicuonzo, il magistrato titolare del fascicolo – durante la quale i carabinieri hanno attivato un monitoraggio delle zone interessate che ha poi portato al provvedimento restrittivo dei due arrestati». Al compro oro i carabinieri sono arrivati grazie ad un bigliettino da visita trovato nel portafoglio di Rizzo quando è stato fermato per una perquisizione a Rimini il 26 maggio. A fine luglio il 34enne è stato arrestato sempre a Rimini dai carabinieri di Parma perché lo avevano riconosciuto, tramite dei fotogrammi, come autore di un furto fatto in chiesa a Parma.
Quando è scattato il provvedimento di custodia cautelare per entrambi i siciliani, firmato dal gip di Ancona Carlo Cimini ed eseguito il 16 di agosto, Rizzo era già in carcere a Rimini. Il complice era invece a piede libero. Ora sono entrambi in carcere a Rimini (si è già svolto l’interrogatorio di garanzia) con l’accusa di furto aggravato. Gli otto furti contestati (solo due riguardano il 55enne), sono iniziati prima dell’estate. A far partire gli accertamenti sono stati i due colpi commessi a Senigallia. Quello in cattedrale, alla chiesa di San Pietro Apostolo dove sono stati rubati due calici d’oro prima della messa di mezzogiorno. Si era accorto il parroco e grazie alle telecamere presenti era stato possibile risalire a Rizzo come autore del furto. Poi era toccato alla chiesa della Maddalena dove sono stati portati via due corone in oro, un fregio dorato e vari fregi in cristallo a forma di stelle. Qui il sistema di videosorveglianza aveva ripreso sia Rizzo che Caudullo.
Indagando su questi colpi i carabinieri sono arrivati anche ad un terzo commesso nella provincia dorica, alla Collegiata Santo Stefano di Castelfidardo dove era stata portata via una corona in ottone dorato posta sul crocifisso. Era una corona messa per sostituirne una simile già rubata in precedenza. «Entravano in chiesa da pellegrini – ha spiegato il maggiore Grasso – facevano foto e qualche volta si fermavano anche a pregare. Quando rimanevano da soli commettevano i furti». Al compro oro di Rimini i carabinieri hanno rintracciato parte della refurtiva che non appartiene alle chiese dell’Anconetano e la cui vendita aveva fruttato 100 euro. La presenza dei due è stata segnalata anche nella chiesa di San Francesco alle Scale, ad Ancona, dove però non risulta che abbiano rubato nulla.
Fuori provincia a Rizzo è stato contestato un furto a Pesaro (il 17 maggio) alla chiesa di San Cassiano dove sono stati rubati una pisside in ottone argentato del VVII secolo e un calice in argento sbalzato del XIX secolo. A fornire un supporto utile ad identificare i due soggetti arrestati è stata la polizia Scientifica di Ancona alla quale il pm Dicuonzo ha delegato i riscontri fisiognomici delle riprese delle telecamere. Fuori dalle Marche i furti attribuiti a Rizzo sono stati in Emilia Romagna: a Faenza (il 18 aprile) alla Chiesa San Francesco dove sono stati presi una corona in argento, due calici di metallo argentato, un ostensorio in metallo argentato, a Piacenza (12 maggio) al duomo dove è stata presa una corona d’oro placcata alla statua della Madonna del Popolo, ancora a Faenza (21 maggio) a San Domenico dove sono stati prelevati una pisside e un calice e ad Imola (18 giugno) alla chiesa di San Cassiano dove sono stati portati via vari ex voto in metallo prezioso.